Massimo Giletti è tornato puntuale con un nuovo appuntamento de “Non è l’Arena” domenica 16 febbraio in prima serata su La7, dove tra gli ospiti in studio c’è stato anche l’ex brigatista Raimondo Etro, coinvolto nel sequestro di Aldo Moro. Una puntata davvero movimentata e a dir poco ricca di colpi di scena, conclusasi con l’allontanamento dallo studio dell’ex brigatista.
E’ bene ricordare che Etro fu condannato a 26 anni di carcere, poiché ebbe un ruolo importante non solo nella pianificazione, ma anche nell’attuazione di uno dei sequestri che più hanno scosso gli italiani e le compagini di Stato; ovviamente stiamo parlando del leader della Democrazia Cristiana, che fu rinvenuto poi esanime il 9 maggio del 1978 – 55 giorni dopo il sequestro – in via Caetani a Roma.
Giletti caccia Etro dallo studio
Etro ne ha per tutti. Tra le prime ad essere attaccate dall’ex brigatista c’è Rachele Mussolini a cui Etro ha detto di essere una zo****a, ma non finisce qui perché chiosando ha aggiunto: “Meglio mani sporche di sangue piuttosto che di acqua“. Il giornalista Luca Telese presente al dibattito non ha accettato di proseguire il confronto e ha chiesto con veemenza di interrompere la discussione, invitando al contempo Etro a ritirare le sue affermazioni.
Per l’ex Brigate Rosse però si tratta soltanto di una battuta presa da un romanzo di Graham Greene, spiegando poi che il senso delle sue parole era quello che meglio le mani sporche di sangue che lavarsi le mani come Ponzio Pilato. A chi gli chiede di scusarsi, Etro risponde: “Scusa al c***o“.
Se fino a quel momento Massimo Giletti aveva – a stento e con grande difficoltà – mantenuto la calma, all’ennesima provocazione ed offesa ha deciso di chiedere al suo ospite di lasciare lo studio, dicendo che quello che aveva appena detto era davvero troppo. Come raccontato dallo stesso Giletti nella sua carriera televisiva solo due volte è stato costretto ad allontanare un ospite dallo studio: il primo perché aveva sorriso davanti alle leggi razziali, poi con Etro, che ha fatto delle battute inaccettabili.