YouTube sta investendo davvero molto nel suo spin-off YouTube Music, varato tempo fa in ottica anti-Spotify: dopo lo switch per passare rapidamente da video ad audio e viceversa, e l’arrivo dei download intelligenti anche sulla “cugina” YouTube Premium, risulta in corso d’opera il test di una nuova collocazione per la funzione ricerca. La piattaforma, intesa come YouTube vera e propria, intanto, si appresta a ricevere una maxi multa per aver spiato i bambini a scopo pubblicitario.
Dopo le tante novità date come in rilascio nelle scorse settimane, YouTube Music ha avvisato il test di una piccola modifica della sua interfaccia: all’interno di quest’ultima, secondo quanto riscontrato da alcuni account coinvolti in una sperimentazione A/B, ed associati alla versione 3.23.52 dell’app, la lente della ricerca risulta spostata dall’alto, ove figura normalmente accanto all’icona dell’account, alla barra di navigazione in basso, tra la voce Home e la Hotlist, con la Libreria che chiude il quartetto delle scorciatoie.
La scelta, a quanto pare, sarebbe dettata dall’introduzione sul mercato di smartphone con il display sempre più lungo: in questo modo, la funzione Cerca sarebbe costantemente a portata di pollice: purtroppo, al momento, per un curioso bug, avvalendosi della funzione “Indietro” di Android, dopo aver visionato i risultati di una ricerca, si finirebbe con l’uscire dall’app e, quindi, per tornare alla Home. è necessario ricordarsi di tippare l’apposita voce sulla già menzionata barra.
Anche YouTube, secondo quanto è stato divulgato dal Washington Post, potrebbe presto ricevere una maxi multa (anche se, forse, non al livello di quella di Facebook). In passato, diverse associazioni legali per la tutela dei consumatori avevano presentato un ricorso alla Federal Trade Commission accusando la piattaforma in questione di aver violato la privacy dei bambini, tracciandoli a scopo pubblicitario, mostrando loro – su alcuni canali contenenti filastrocche e cartoni animati – delle pubblicità mirate per l’acquisto di prodotti.
Ebbene, concluse le indagini, si è appurato che la grande Y avrebbe violato il C.O.P.P.A (Children’s Online Privacy Protection Act) che vieta di monitorare, a scopo di targeting mirato, i minori di 13 anni: da Mountain View era sempre arrivata la scusante secondo la quale per vedere i contenuti di certi canali occorreva il consenso dei genitori, la cui concessione effettiva – però – non era verificabile (né soggetta a un controllo).
A questo punto, benché la questione sia passata – come di consueto – nelle mani del Dipartimento di Giustizia, è verosimile che si vada verso l’attribuzione di una maxi multa anche verso YouTube.