Zuckerberg, finalmente, ha iniziato a fare chiarezza su WhatsApp, che verrà monetizzata sia tramite la pubblicità che apparirà negli Status degli utenti normali, a partire dal prossimo anno, sia con alcuni addebiti imposti alle aziende, in cambio di alcuni servizi a queste ultime forniti tramite la variante “For Business”. Quest’ultima, da qualche giorno, ha iniziato ad attivare ufficialmente i primi account verificati.
Era circa un anno fa, quando WhatsApp annunciò il suo settore business, concepito per le aziende a favore delle quali sarebbero stati messi a disposizione degli account particolari, con specifiche funzionalità per assistere e, prima ancora, raggiungere i propri attuali e potenziali clienti.
In particolare, con i nuovi strumenti, l’utente avrebbe potuto lasciare il proprio numero su un sito, ottenendo informazioni circa la consegna di un bene acquistato, o la propria carta d’imbarco. Inoltre, tramite un pulsante visibile sui siti abilitati, pur non avendone il relativo numero inserito in rubrica, si sarebbe potuta avviare una chat con un’azienda, in modo da poter chiedere informazioni od ottenere assistenza circa un bene o un servizio acquisito o noleggiato.
Di tempo ne è passato, a suon di test, ed ora è il momento dello sbarco ufficiale degli account verificati, grazie all’attivazione del primo di questi alla compagnia aerea dei Paesi Bassi “KLM Royal Dutch Airlines” (già presente su Messenger).
Grazie a tale risultato, i passeggeri che dovessero comprare un viaggio tramite tale vettore (ma anche con Singapore Airlines) riceveranno, sullo smartphone, i dettagli della prenotazione, il corrispettivo della carta d’imbarco in formato PDF, esplorabile in tutti i suoi dettagli, avvisi tempestivi su eventuali ritardi o cancellazioni del volo e, soprattutto, potranno chiedere informazioni 7 giorni su 7 a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Anche altre aziende si accingono a beneficiare di un account verificato su WhatsApp, com’è possibile appurare dalla sezione “customer-stories” della divisione business della piattaforma: Uber, ad esempio, userà tali strumenti perché i propri autisti possano contattarne il team ed ottenere risposte alle loro domande, Booking.com pensa di estenderne l’uso alla conferma delle prenotazioni, Wish se ne avvarrà per consentire ai clienti di monitorare lo stato dei propri ordini, ed iFood.com addirittura per consentire la prenotazione dei pasti da consegnare (in Brasile) a domicilio.