La popolare applicazione di messaggistica istantanea WhatsApp, dopo lunghi esperimenti, ha avviato il roll-out stabile, partendo da Android, con iOS a seguire, della novità dedicata alla riproduzione accelerata delle note / messaggi audio scambiati in chat: nel contempo, la messaggistica di verde vestita deve affrontare una catena bufalistica mirata a destare panico attraverso il (velato) riferimento alle (passate) modifiche alle policy d’uso e di privacy.
Piuttosto di frequente, negli ultimi tempi, le beta di WhatsApp hanno fatto parlare di sé per una funzione in corso di implementazione, relativa alle note audio: la novità in oggetto, lungamente testata, avrebbe permesso di “sbobinare” i messaggi audio ricevuti in chat con una velocità maggiorata rispetto a quella normale, onde abbreviarne l’ascolto, in particolar modo nel caso di note audio molto lunghe, troppo frequenti, o ripetitive.
Secondo quanto reso noto, WhatsApp ha abilitato la funzione in questione anche nell’ultima versione stabile del client per Android, attualmente scaricabile dal Play Store, seppur datata 14 Maggio: nel caso la funzione non risultasse presente nell’iterazione per iOS, occorrerà pazientare qualche ora nell’attesa, cioè, che il roll-out ingrani anche in favore degli user della Mela morsicata.
Messa a regime, la funzione in oggetto permetterà, selezionata una nota audio, di riprodurla normalmente (1x), cioè a velocità standard o, a suon di tocchi sulla relativa etichetta di velocità, a velocità leggermente maggiorata (1.5x) o raddoppiata (2x).
Come noto, dal 15 Maggio sono entrate in vigore le nuove policy di WhatsApp su privacy e utilizzo: ciò nonostante, nelle scorse ore, secondo quanto segnalato dai debunker di Bufale.net. ha incominciato a diffondersi una fake news, via messaggi, secondo la quale WhatsApp avrebbe effettuato, a insaputa degli utenti, una modifica alle impostazioni dell’app, relativamente ai gruppi, potenzialmente impattante sulla privacy, visto che la stessa avrebbe permesso a qualsivoglia utente, anche non presente nella nostra rubrica, di aggiungerci a un gruppo. Con la conseguenza, come viene riportato, “che i tuoi contenuti possono essere attaccati“.
Nel momento in cui la bufala ha preso a circolare, non è stato effettuato alcun aggiornamento di questo tipo, fermo restando che esiste da tempo una funzione per consentire l’aggiunta ai gruppi ai soli contatti o a tutti (comunque non in grado di effettuare attacchi, stante la crittografia end-to-end), e che le modifiche producono effetti di cui si è consapevoli” in tempo reale“.