WhatsApp a caccia dello spazio sprecato, col nuovo tool in distribuzione

Sempre al lavoro per offrire una migliorata esperienza d'uso ai propri utenti, WhatsApp ha appena distribuito una nuova release nel canale beta che, ad attivazione avvenuta, permetterà di disporre di un nuovo tool per monitorare l'uso della memoria in locale.

WhatsApp a caccia dello spazio sprecato, col nuovo tool in distribuzione

In attesa dell’intrigante funzione di condivisione multimediale “a tempo”, WhatsApp non riposa sugli allori, con la più utilizzata chat app al mondo che, proprio in queste ore, ha rilasciato una nuova beta, la release 2.20.201.9, che stabilizza una funzionalità molto utile, già in passato emersa grazie al reverse engineering di WABetaInfo.

La novità che risulta in corso di attivazione sulla beta 2.20.201.9 di WhatsApp ridisegna una funzione già presente nelle impostazioni, ubicata nella sezione “Utilizzo spazio e dati”: quivi giunti, “Utilizzo archiviazione” rispetto al passato mostrerà un restyling ammodernante, che lo porta a somigliare all’app Files degli Android phones.

Nella parte alta campeggia una barra che mostra l’ingombro dei file multimediali di WhatsApp nell’ambito dell’archiviazione locale mentre, poco più in basso, è possibile visionare i file inoltrati più pesanti, con l’invito a liberare spazio dopo averli visionati e, se del caso, eliminati. Molto interessante è quel che appare poco sotto.

In questo caso WhatsApp introduce la facoltà di riordinare i file condivisi secondo due criteri alternativi: uno è rappresentato dalla dimensione degli stessi (size) e l’altro dalla loro data di creazione. In tal modo, l’utente che sia molto attivo nel condividere contenuti tramite la piattaforma in verde potrà decidere di far piazza pulita degli stessi privilegiando quelli più pesanti, o cestinando quelli più datati (oldest) / più recenti (newest). 

Per beneficiare della novità in questione, un primo step consiste nell’installare la beta 2.20.201.9 di WhatsApp, prelevabile dalla repository online di ApkMirror, o dal Play Store (se iscritti ai beta-tester dell’app): tuttavia, l’attuale scarsa presenza della rinnovata feature induce a pensare che occorra anche attendere del tempo, per la relativa attivazione da server remoto, probabilmente a scaglioni, sì da ottenere i primi feedback di una funzionalità che, in caso di problemi, potrebbe agilmente essere revisionata prima d’esser messa a disposizione di tutti. 

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