Nonostante l’emancipazione femminile faccia passi da gigante, la reale parità di diritto tra uomo e donna è ancora ben lungi dal concretarsi: prova ne sono i purtroppo sempre più numerosi fatti di cronaca che, quasi quotidianamente, rendicontano di violenze commesse a danno del gentil sesso. Per questo motivo, in occasione della giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne, vogliamo illustrare una serie di applicazioni, per device mobili, che possono essere spesso utili per affrontare situazioni di pericolo, o per gestirle al meglio, qualora – purtroppo – fosse “troppo tardi”.
La prima applicazione della nostra rassegna si chiama “Siamo Sicure!” ed è stata realizzata col patrocinio di Telefono Rosa: disponibile per Android e iOS in forma gratuita, il tool in questione si propone con un’interfaccia molto semplice e immediata, a forma di quadrifoglio.
Ognuno dei “petali” presenti, a seconda del colore prescelto, porta ad una particolare funzione: quello viola presenta una serie di consigli, in forma di decalogo, che potranno tornare utili per smontare convinzioni sbagliate, o per affrontare al meglio situazioni di pericolo (es. evitare di isolarsi con le cuffie in un vicolo di sera…), quello azzurro fa partire una chiamata di emergenza verso il numero prefissato nelle impostazioni (meglio adottare il 112, valido in tutt’Europa), quello arancione invia – ad una serie di numeri impostati a scelta – un SMS corredato delle proprie coordinate approssimative (utile qualora non si possa effettuare una chiamata, e/o parlare), quello rosso – infine – abilita l’uso della torcia (anche in forma di segnale SOS), e di un allarme sonoro (a scelta, ma comunque utile per spaventare un eventuale aggressore). Vista la natura dell’app, benché le sue principali feature siano facilmente accessibili, si consiglia di tenerla sempre aperta, almeno quando “se ne sente il bisogno”.
La seconda app della serie, è una nostra “vecchia” conoscenza: parliamo di “Stalking Buster“, promossa da Fondazione Donna e da Avanade Italy, col patrocinio della Regione Lombardia. In questo caso l’app è disponibile solo per Android, benché ne sia stata confermata l’uscita anche per iOS e Android: l’interfaccia mostra la propria posizione, completa di indirizzo, consente di inviare un SMS – al servizio anti-stalking – con le proprie coordinate (Sos Sms), e di chiamare il numero per le emergenze (il 112, con la funzione Sos), o quello per il servizio anti-stalking (il 1522, grazie a Sos Stk).
Molto valida è anche “securWoman 2.0“, disponibile per Android e iOS: grazie ad un abbonamento mensile di 2.99 euro, si dispone di uno strumento molto versato per i casi di emergenza imminente. Di default, infatti, securWoman 2.0 permette di usare una torcia e di attivare un allarme sonoro: tuttavia, dà il meglio di sé con la funzione “sentinella”, che consente di far partire una chiamata di emergenza – ad un centro di assistenza – semplicemente scuotendo il telefono. Nel caso l’utente non risponda alla richiamata del centro in questione, verrà subito inoltrata una segnalazione alle forze dell’ordine, con tanto di posizione geografica della persona in pericolo.
Quarta app suggerita, a supporto delle donne, è “Shaw“, sempre disponibile per Android e iOS. Promossa da Soroptimist International, associazione di libere professionista per la promozione della condizione femminile, tale app ha una sezione orientativa, in cui mostra un focus sullo stalking, informa a livello legislativo, e propone i più vicini centri antiviolenza, e – non di meno – consente anche di chiamare il 112 – per le emergenze – ed il 1522 per i casi di stalking vero e proprio. Altra nota di merito, il supporto a ben 12 lingue, tra le quali – ovviamente – l’italiano.
Infine, “Where ARE U?” – promossa da AREU (Azienda regionale emergenza urgenza) Lombardia, e disponibile per Android, iOS, e Windows Mobile, consente di inviare al 112 la propria posizione ben localizzata grazie all’ausilio delle Centrali Uniche di Risposta, di scegliere il soccorso di cui si ha bisogno, e – persino – di inviare una chiamata muta qualora non si possa parlare ma si debba far “capire al volo” in che situazione ci si trovi.