La violenza sulle donne è una piaga che non conosce tregua. Nel 2014, sono 152 le donne uccise nel mondo (117 in contesti familiari), mentre nel 2015 si ipotizza che addirittura il 35% delle donne mondiali abbia subito una violenza. Da inizio 2016 ad oggi, solo in Italia, siamo già a 30 femminicidi (sempre nati in un contesto familiare, o relazionale) e, quindi, questa problematica non può essere sottovalutata.
Per questo motivo la regione Lombardia ha messo a disposizione, oggi per Android ma – prossimamente – anche per Windows Mobile e iOS, l’applicazione “Stalking Buster” che intende offrire un valido aiuto nei casi di violenza o di stalkeraggio.
Nello specifico, l’applicazione in questione – dotata di una semplice interfaccia – presuppone diversi scenari. Se si è ancora in grado di fare una chiamata, la schermata principale ci informerà su quelle che sono le nostre coordinate in longitudine e latitudine. Nel caso, invece, l’emergenza fosse prossima, si potrà ricorrere ad un “pulsante 112” che farà partire una chiamata, con localizzazione, al numero europeo per le emergenze: premendo, invece, il pulsante STK (acronimo per stalking), la chiamata automatica geolocalizzata verrà indirizzata verso il numero di emergenza antistalking che, promosso dalle Pari Opportunità, è il 1522.
Naturalmente è possibile anche che non si sia nelle condizioni di effettuare nemmeno una chiamata: in un caso così grave, il semplice pulsante SMS farà partire un SMS geolocalizzato al numero di cui sopra (sempre il 1522).
Fondazione Donna a Milano, nel corso della presentazione di quest’iniziativa, ha spiegato che, finalmente, grazie “alla tecnologia ed all’app Stalking Buster, si è maggiormente in grado di fornire un’assistenza immediata alle donne per contrastare il fenomeno (del femminicidio e della violenza alle donne, ndr) e per far sentire queste ultime più sicure”.
Stalking Buster è un’applicazione (in inglese e italiano) che intende proteggere le donne da diverse forme di violenza ai loro danni affinché si possa dire basta con casi come quelli di Sara Di Pietrantonio, prima strangolata e poi bruciata viva dall’ex fidanzato.