25 novembre, Giornata Mondiale contro la violenza maschile sulle donne

Oggi, 25 novembre 2016, si celebra la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, una tragica realtà che colpisce tante donne in ogni angolo del mondo, una vera e propria pandemia di proporzioni enormi.

25 novembre, Giornata Mondiale contro la violenza maschile sulle donne

La Giornata Internazionale contro la violenza maschile sulle donne, che si celebra oggi 25 novembre 2016, è tristemente iniziata con un’altra donna uccisa, con ancora altro sangue: a Fuenlabrada, un comune spagnolo alle porte di Madrid, un ragazzo di 29 anni ha sgozzato la sua fidanzata. L’ennesima vittima di una macabra statistica: secondo i dati forniti dall’Onu, ogni dieci minuti un uomo uccide una donna, che è o è stata la sua compagna, in qualunque punto del pianeta.

La violenza maschile sulle donne è ormai diventata una realtà quotidiana in tutto il mondo, assumendo le proporzioni di una pandemia dagli effetti devastanti, in un mondo in cui una donna su tre ha subito violenza fisica o sessuale almeno una volta nella sua vita, e dove 200 milioni di bambine vengono sottoposte a disumane mutilazioni genitali. Un problema globale che, non solo rappresenta una grave violazione dei diritti umani, ma anche un importante problema di salute pubblica di proporzioni enormi, come si legge nel rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Secondo un recente Eurobarometro elaborato proprio in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, il 23% degli europei ha tra i suoi amici o parenti almeno una persona che è stata vittima di violenza. Un fenomeno del quale, però, poi non parlano semplicemente perché il 26% di loro non lo considera una sua incombenza, il 18% perché non ha le prove, e il 16% perché non vuole creare problemi.

La cosa più assurda in questa tragica situazione è che al giorno d’oggi ci siano ancora paesi, come la Russia, l’Iran o l’Egitto, in cui non esistono leggi specifiche per combattere il problema, e che, nella maggior parte del mondo, la violenza maschile sulle donne, venga considerata qualcosa di cui non parlare o comunque da gestire tra le mura domestiche. In 32 paesi, gli aggressori non vengono giudicati se sono sposati con la vittima, o se dopo la violenza la prendono in moglie.

Il 15% degli intervistati, infatti, ritiene che la violenza domestica sia una questione privata, e solo il 12 % di coloro che sospettano un abuso lo denunciano alla polizia. Ma il dato più aberrante è che il 27% dei cittadini europei pensa che in determinate situazioni la violenza sia giustificabile, perché la vittima era sotto l’effetto di alcol o droga, o perché aveva invitato in casa il suo aggressore, o indossava un abbigliamento sexy.

L’abuso, la mutilazione, la tratta, la violenza sessuale sono l’espressione estrema della disuguaglianza tra i sessi, un problema gravissimo e mondiale, che ha le sue radici nei pensieri e nel comportamento maschilista. Per questo, Bruxelles destinerà complessivamente 10 milioni di euro allo sviluppo di campagne di sensibilizzazione e progetti di educazione degli Stati membri. Secondo le sue stime, infatti, la violenza maschile sulle donne ha anche un costo in termini economici: 226.000 milioni di euro.

Continua a leggere su Fidelity News