Nelle scorse ore, emerso il progetto per integrare Greenroom all’interno dell’app principale, Spotify non è certo restata con le mani in mano e, anzi, cimentatasi in un interessante accordo con Google in merito alle possibilità di far pagare il proprio abbonamento su Android anche con un sistema proprietario svincolato dal Google Play Billing, è risultata protagonista anche di un importante test per il suo uso in auto.
Lo scorso Novembre, Spotify rimosse la modalità “Car View“, che semplificava l’interfaccia dell’app quando l’utente era alla guida di un veicolo, per non distrarlo dalla strada, palesando – sul contenuto in riproduzione – solo le informazioni relative e i comandi di controllo. Essendo mancante un’alternativa, e considerando che da lì a poco il colosso svedese ha poi lanciato (sul mercato USA) il suo dongle hardware “Car Thing“, che serve appunto ad usare Spotify in auto, la cosa era apparsa quanto meno sospetta.
La spiegazione ufficiale di quella rimozione fu, però, che si stavano attivamente esplorando altre strade che permettessero ai conducenti in viaggio di divertirsi in modo sicuro: uno dei quei modi si è appena concretizzato nella nuova “Car mode“, confermata a suon di screenshot dagli utenti abilitati alla stessa, sebbene in questo momento non sia chiaro se la nuova funzione di cui sopra sia solo in test su Android o se sia disponibile per iOS.
A parte questo, in cosa consista la nuova “Car mode” di Spotify è presto detto. Si tratta, quando l’utente ha connesso il proprio smartphone all’auto via Bluetooth, di una particolare interfaccia tripartita, con una scheda Home (meno densamente popolata tal che sia più facile esplorarla e toccarne gli elementi pur senza guardarla, con i suggerimenti che possono essere scorsi emergendo in primo piano), una scheda Ricerca (per la ricerca vocale nel bouquet musicale e dei podcast di Spotify, con i comandi vocali collocati via “microfono” pure nella finestra del player, ove campeggiano solo pochi controlli, come play/pause, salta, riproduzione casuale e like), e una scheda Libreria (con i contenuti recentemente riprodotti dall’utente).
Messa da parte la nuova modalità auto di Spotify, dai primi riscontri molto apprezzata perché offre “un’esperienza completa che corrisponde al modo in cui ti aspetti che l’app Spotify funzioni“, la piattaforma dello streaming nordico ha messo a segno un altro bel colpo siglando una collaborazione pluriennale con Google, che porterà – nei mercati in cui è operativa, nei prossimi mesi (max entro fine anno) – una novità per la quale gli utenti, nel decidere di abbonarsi per passare dal piano gratis a quello premium, debitamente informati su eventuali sconti e promozioni, avranno a disposizione due sistemi: o quello classico del Google Play Billing (la modalità di pagamento depositata su Google Pay) o quello proprio di Spotify. Secondo gli esperti, la novità in oggetto appare legata alla critica secondo cui Google (ma anche Apple per il suo App Store) richiederebbe eccessive commissioni per gli acquisti in-app, sebbene non sia ancora noto “quale tariffa raccoglierebbe (Google – ndr) nel nuovo progetto pilota“.