Reduce da una trimestrale tra alti (aumento degli utenti, paganti e non), e bassi (perdita operativa di 194 milioni di dollari, interruzione della produzione di nuovi Car Thing), Spotify si è subito lasciata le difficoltà alle spalle, annunciato una nuova funzionalità, controversa nella sua applicazione, giunta proprio mentre emergono maggiori dettagli su una sua recente acquisizione.
La prima novità relativa a Spotify in quest’avvio di settimana riguarda un annuncio un po’ controverso fatto nelle scorse ore dalla piattaforma di audio streaming: quest’ultima, nel Febbraio 2020, ha introdotto il pulsante combinato Shuffle/Play che, però è stato molto criticato sia perché era difficile a usarsi, ma anche in ragione del fatto che veniva presentato in modo diverso sulle varie iterazioni di Spotify (su Desktop ci si trovava un normale pulsante di riproduzione mentre, lato mobile, sulle playlist, vi era il succitato pulsante combinato).
All’epoca venne creato da un utente un post di lamentele nella community di Spotify, che ricevette pagine su pagine di approvazione e ben 647 upvote, nel quale si proponeva di scindere i due pulsanti ponendo, sopra le playlist, anche un separato pulsante per lo Shuffle. A quanto pare, la grande S di Evan Spiegel ha ascoltato i propri utenti, anche se non nel modo in cui essi avrebbero desiderato.
Il nuovo bollettino informativo della piattaforma ha infatti reso noto che, nel corso delle prossime settimane, su Android e iOS, verrà offerto agli utenti maggior controllo sul modo in cui ascoltano la loro musica preferita, visto che verranno introdotti, nella parte alta delle playlist e degli album, due pulsanti separati, di cui uno per la riproduzione sequenziale Play e uno per quella casuale Shuffle, nel caso si preferisca qualche sorpresa (ovvero il non sapere quale sarà il prossimo brano riprodotto). Il problema è che questa piccola modifica, cioé la collocazione di un banale nuovo pulsante, verrà offerta solo agli utenti del piano Spotify Premium, cioè agli utenti paganti.
Infine, sempre in merito a Spotify, da una recente documentazione presentata all’ente di vigilanza SEC, si è appreso come l’acquisizione di Findaway, la piattaforma per creare e distribuire audiolibri, confermata lo scorso mese, sia stata portata avanti a fronte di un esborso di ben 117 milioni di dollari, bastevoli – se ancora servisse – a dimostrare le grandi ambizioni della piattaforma svedese anche nel ramo in questione.