Fatta chiarezza sui criteri che permettono ai contenuti di apparire in Esplora, la nota piattaforma di photo-sharing Instagram ha distribuito diverse novità in favore degli amanti dei filtri AR e, nel contempo, fatto rimuovere dal Play Store una pericolosa minaccia per la privacy dei suoi utenti. Il tutto mentre corre voce che, dal prossimo anno, ai minori saranno interdetti particolari contenuti piccanti.
Qualche giorno fa, Facebook ha pubblicato un post che mira a diradare parzialmente le nubi sui misteriosi principi che presiedono alla comparsa dei post nella sezione Esplora di Instagram, usata dagli utenti per scoprire cose nuove, e dai Creators in cerca di popolarità. Secondo quando spiegato da Menlo Park, si parte analizzando gli account che gli utenti già seguono, o i post a cui hanno tributato un commento, un like, o una condivisione, in modo da ricavare un assortimento di profili potenzialmente interessanti per un utente. In seguito, attraverso alcuni passaggi nella rete neurale, i “candidati” vengono scremati prima a 500 e poi a 150. Da questi vengono selezionati 50 post di elevata qualità, poi ridotti a 25, pronti per comparire su Esplora, badando bene a non inserirne mai due dello stesso autore, sì da massimizzare la scoperta di nuovi interessi e moltiplicare le probabilità di interazione.
Virando più sul concreto, lo scorso Agosto, Facebook ha aperto al pubblico la piattaforma “Spark AR Studio” che, tramite un software scaricabile, permette a tutti (e non solo ai creativi) di realizzare dei filtri AR, da mettere poi a disposizione della community rappresentata dagli utilizzatori dei servizi di Facebook Inc. Ora, la medesima piattaforma è stata portata alla release 76 con, in dote, due gustose novità.
La prima, “Target Tracking“, mutuata dal corrispettivo snapchattiano Marker Tracking (ma con la capacità di operare su più oggetti in contemporanea, gestendone gli effetti in movimento), permette di far sbocciare degli effetti 3D in movimento non appena si inquadra, in una foto o video reale, un oggetto: l’esempio tipico è quello del test messo in atto da Starbucks ove, riprendendo le tazze natalizie dell’edizione 2019, scaturiscono dei vivaci auguri in tema stagionale. Diversamente, “Native Slider“, prevede che i creativi inseriscano dei controller nei propri effetti AR, offrendo ai propri utenti la possibilità di variare la quantità e l’intensità d’un effetto, come nel caso della trasparenza applicabile a un emoji che appare in sovrapposizione su un volto.
Un’altra bella notizia, per gli utenti di Instagram, arriva dal Play Store di Android, ove risulta esser stata rimossa, dopo però circa 500 mila download, un’app chiamata Ghosty (simile allo stalkerware Like Patrol), che permetteva di spiare i profili privati degli utenti, in barba alle policy di Facebook che, in particolar modo dopo Cambridge Analytica, è molto severa con chi raccoglie le altrui credenziali.
L’applicazione in questione, per altro condita da invasive pubblicità di servizi a pagamento, dopo che si era invitato al download un proprio amico, consentiva per davvero di sbirciare nei profili blindati (e di scaricarne i contenuti), ma solo di coloro che pure avevano scaricato tale app (con conseguente concessione alla stessa dell’accesso al proprio account) e dei relativi amici seguiti.
Secondo quanto anticipato dal quotidiano The Telegraph e dal tabloid Daily Mail, sembra che, a principiare dal prossimo anno, ai minori di 18 anni di Facebook e Instagram, sarà impedito di visualizzare, anche tra le pubblicità, oltre che fra i contenuti, le immagini sessualmente esplicite, con riferimento agli atti sessuali, ai nudi artistici, ed alle illustrazioni in tema. Ancora non sarebbe chiaro, tuttavia, come sottolinea il portale indiano LatestLy, come Menlo Park intenda verificare il criterio anagrafico, sul quale sovente gli adolescenti mentono.