Il settore delle social app è in perenne rinnovamento, tanto che al fenomeno di Snapchat è seguito quello di TikTok, poi quello di Zoom, e infine quello di Clubhouse: Instagram è sempre riuscita a rintuzzare la concorrenza, a volte prendendo in prestito le funzioni più importanti dei rivali (es. le Storie, i Reels, le Live Rooms, e le Audio Rooms) e, anche nelle scorse ore, ha dimostrato di essere in pieno fervore creativo.
Come comunicato ufficialmente dal software engineering manager del progetto, Gal Zellermayer, la nuova Instagram Lite per Android, testata dallo scorso Dicembre in India (dopo che la prima versione, nata nel 2018, era stata cassata pochi mesi prima), è ora disponibile in 170 paesi in via di sviluppo.
Tale app, grazie all’elaborazione sui server di Menlo Park (una sorta di CDN Caching), alla compressione delle immagini, alla rinuncia ad alcune API e Librerie Java non necessarie, pesa appena 2 MB e può essere fatta girare anche su device piuttosto datati, offrendo un’esperienza molto completa.Anche se manca la sezione Shopping, e quella IGTV, pur in assenza di transizioni ed effetti AR sulle Storie, Instagram Lite offre il Feed (per ora senza pubblicità), i messaggi privati, la registrazione e la condivisione dei video, e la visualizzazione dei Reels (non creabili).
Al momento, risulta in sviluppo la dark mode per tale client messo a dieta, mentre non è nei piani dell’azienda lo sbarco di IG Lite anche su iOS, stante la scarsa diffusione di questo sistema operativo nei paesi emergenti, ove spesso ci si trova a dover scegliere tra l’acquisto di beni di prima necessità e quello di un abbonamento per il traffico dati.
Dal mondo dei leaker, precisamente dall’esperto di social media Matt Navarra, è invece giunta la scoperta secondo la quale Instagram, che poi ha confermato la cosa (salvo mantenere il segreto su quali lingue potrebbero essere coperte in sede di rilascio), starebbe testando, con alcuni utenti (evidentemente non molto ligi nel mantenere il segreto), un sistema di sottotitolazione automatica delle Storie che, ipso facto, diverrebbero più smart e inclusive (es. per gli ipo-udenti).
Il tutto passerebbe per l’applicazione, nelle stesse, dell’adesivo “CC Captions” che, una volta applicato, diventando invisibile, attiverebbe un motore di riconoscimento vocale di tutto quel che viene detto nella Storia, trascrivendolo in simultanea (e in modo preciso, a patto che le parole siano ben scandite). Da quanto mostrato a suon di screenshot, l’utente potrà scegliere ove far comparire i sottotitoli, e intervenire sulla formattazione degli stessi (colore, tipo di carattere, dimensione, etc).