Facebook è ancora una volta al lavoro, dietro le quinte, per testare alcune funzionalità che potrebbero migliorare l’esperienza d’uso della sua piattaforma per i circa 2 miliardi di utenti attivi al mese. Nello specifico, sarebbero in corso alcuni test riguardanti le emoji alle foto profilo su Messenger, ed un tasto “non mi piace”.
Uno dei primi esperimenti di cui si è venuti a conoscenza nelle scorse ore riguarda Messenger, la chat app nonché messaggeria interna del noto social in blu. Secondo quanto anticipato da WABetaInfo, e poi rilanciato con maggiore dovizia di dettagli dai portali “TechCrunch” e “The Next Web” (di Matt Navarra), sembra che Facebook stia testando la possibilità, per alcuni utenti, di aggiungere le emoji alle foto profilo in Messenger in modo da comunicare o lo stato d’animo della giornata (emoji con durata di 24 ore), o quello che stanno facendo in quel dato momento. L’obiettivo del social sarebbe, oltre a quello di conoscere più cose sui propri utenti, anche quello di favorire delle attività in comune senza che sia necessario lanciare degli appelli pubblici in bacheca.
Per ora, le emoji si vedrebbero nella lista dei contatti attivi ma, nel caso l’esperimento implementato con pochi utenti prescelti andasse bene, diverrebbero visualizzabili anche in altre schede, tra cui quella afferente le conversazioni.
L’altro test emerso nelle scorse ore riguarda una sorta di tasto “non mi piace”, chiamato “downvote”. Facebook, a tal proposito, ha spiegato alla rivista “The Verge” che non si tratta di un vero e proprio tasto “dislike”, mai aggiunto per non diffondere sentimenti negativi sulla piattaforma (un paio di anni fa, al massimo, vennero aggiunte le Reactions per ampliare la gamma espressiva degli utenti).
Il tasto “downvote” in questione, più che altro, servirebbe per esprimere una valutazione negativa sui commenti ai post contenuti nelle pagine pubbliche: una volta premuto, una serie di opzioni (inappropriato, fuori tema, ingannevole) chiederebbe all’utente di motivare il suo giudizio che, una volta emesso, contribuirebbe a nascondere quel dato commento alla vista degli altri utenti. Questi ultimi, a quel punto, per leggere quel dato commento, dovrebbero cercarlo e toccarlo volontariamente: insomma, nulla più che un modo di Facebook di coinvolgere gli utenti, dopo la valutazione dell’affidabilità delle notizie, anche nella moderazione dei commenti.
Al momento, fale feature nota come “downvote” sarebbe stata attivata al 5% degli utenti americani su un limitato numero di pagine coinvolte nell’esperimento e, solo in caso di feedback positivo, verrà estesa – sempre in sperimentazione – a un numero maggiore di iscritti.