L’Istituto Superiore di Sanità promuove il 5G, ma afferma la necessità di ulteriori studi in determinati campi

Dopo la strada intrapresa dal Codacons a sfavore del 5G, arriva la risposta dell'Istituto Superiore di Sanità. Secondo tale ente, l'incidenza dei tumori non è correlata al maggiore uso del cellulare. Lo scenario introdotto dal 5G, però, è molto complesso.

L’Istituto Superiore di Sanità promuove il 5G, ma afferma la necessità di ulteriori studi in determinati campi

In questi giorni il tema del 5G è particolarmente dibattuto. Per i pochi che non ne fossero a conoscenza, si tratta di una serie di nuove tecniche per l’accesso alla rete molto più veloci di quelle che, con il 4G, conosciamo tutti i giorni. Si tratta di una delle più grandi innovazioni tecnologiche da qualche anno a questa parte, dato l’immenso numero di campi tecnologici in cui può rivelarsi fondamentale.

Qualche giorno fa sono emerse alcune forti lamentele su questa nuova tecnologia. In particolare ricordiamo il divieto all’installazione di impianti 5G portato avanti dal sindaco di Scanzano Jonico e alla ben più importante lettera del Codacons, nella quale si raccomanda i comuni italiani di prestare particolare attenzione prima di autorizzare l’installazione delle antenne radio necessarie.

In contrasto con quanto affermato finora è l’Istituto Superiore della Sanità, la cui posizione merita di essere approfondita con attenzione.

Per l’ISS non ci sono correlazioni dirette tra tumori e uso delle tecnologie 5G

Prima di tutto, teniamo a ricordare che i rischi legati alle onde radio riguardano la produzione di calore all’interno dei tessuti del corpo umano, causata dalla penetrazione delle stesse onde e dalla vibrazione di ‘molecole elettricamente cariche’. In primo luogo, i rischi per la salute potrebbero essere addirittura minori di quelli attuali: il 5G, sebbene preveda l’installazione di un maggior numero di impianti radio, implica una potenza di trasmissione ben più bassa e, per forza di cose, meno nociva per l’essere umano.

Inoltre secondo alcuni studi, nei quali si erano messi a confronto utilizzatori di smartphone e non utilizzatori, non è emersa alcuna correlazione diretta tra la maggiore o minore incidenza di tumori e l’utilizzo o meno di un dispositivo mobile. Insomma, almeno per il momento non è presente alcuna prova scientifica in grado di bollare il 5G come dannoso per la salute umana.

Tuttavia, l’ISS afferma che il caso è molto complesso e che ci sono questioni ‘irrisolte’

Lo stesso istituto, tuttavia, afferma che il caso è notevolmente più complesso rispetto a quanto visto fin ora. Ricordiamo, infatti, che le tecnologie 5G aprono le porte all’IoT e, di conseguenza, ad un numero di antenne trasmittenti molto superiore a quello presente nella nostra realtà. Tale aumento, quindi, potrebbe indebolire gli attuali modelli, portando alla necessità di approfondire meglio la questione con analisi di diverso tipo.

Rimane irrisolta, inoltre, la questione dell’uso dei cellulari da parte dei bambini: al momento non esistono motivazioni scientifiche in grado di escludere a priori rischi per la parte più giovane della popolazione. Anche la questione della durata dell’esposizione alle onde EM rimane tuttora aperta, sebbene non ci si aspetti risultati così differenti a quanto già affermato da tempo nel caso delle tecnologie precedenti.

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