Il Codacons boccia il 5G: troppi dubbi sull’assenza di rischi per la salute

Dopo la vicenda del sindaco di Scanzano Jonico, anche il Codacons si schiera contro il 5G sulla base del principio di precauzione. Ad oggi, infatti, non esistono prove in grado di determinare l'assenza totale di rischi per la salute dell'uomo.

Il Codacons boccia il 5G: troppi dubbi sull’assenza di rischi per la salute

In questi ultimi tempi non si fa altro che parlare del 5G. Per chi non ne fosse al corrente, si tratta di una nuova tecnologia per le telecomunicazioni mobili che, cronologicamente e prestazionalmente parlando, costituirà il successore dell’attuale 4G. La sua utilità, oltre che per gli smartphone, è indirizzata al mondo delle Smart Cities (ovvero tecnologie applicate a vari settori in ambito cittadino, per esempio in quello del traffico automobilistico), all’IoT e a molto altro ancora.

Tuttavia, specie quando si è a che fare con nuove tecnologie, i dubbi non mancano specialmente sul fronte della salute. Ha fatto scalpore, per esempio, il rifiuto totale del sindaco di Scanzano Jonico sull’installazione di antenne 5G sul suolo cittadino. Sulla falsa riga di tale evento, anche il Codacons decide di andarci piano con il 5G.

La scelta del Codacons si basa sul principio di precauzione stabilito a livello UE

Secondo il Codacons, le attuali ricerche scientifiche non forniscono prove sufficienti circa l’assoluta assenza di rischi a livello sanitario per i cittadini. Di conseguenza l’associazione, per mezzo del suo presidente Carlo Rienzi, ha presentato un esposto a 104 procure della Repubblica al fine di aprire indagini varie per accertare l’assenza di rischi per la salute. Oltre a ciò, in un momento successivo, la stessa associazione avrebbe inviato una lettera a più di 8.000 comuni italiani disincentivando l’installazione di antenne 5G.

Tale mossa sarebbe motivata dal cosiddetto “Principio di precauzione“, stabilito a livello UE sul caso 5G. Per chi non ne fosse al corrente, si tratta di un principio che può essere invocato quando un fenomeno, un prodotto oppure un processo, può effettivamente avere delle complicazioni negative di vario tipo, le quali non possono essere stabilite con certezza da un’opportuna analisi scientifica.

Asstel si scontra contro il Codacons, ritenendo immotivata la sua richiesta

Di contro, Asstel sostiene che quanto mosso dal Codacons sia totalmente immotivato. Tale affermazione si basa su norme sulla salute stabilite da un organismo indipendente (e, peraltro, riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Unione Europa) secondo le quali frequenze fino a 300 GigaHertz sono assolutamente innocue (ricordiamo che le attuali frequenze del 5G rispettano tale parametro). Insomma, staremo a vedere come evolverà tale vicenda, certo non destinata a concludersi qui.

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