Lecce, 600 giorni per avere una TAC: inviati ispettori del Ministero

Dopo la denuncia dei giornali, il ministro Lorenzin ha deciso di inviare una task force a Lecce per far luce sull'accaduto. La task force ha già richiesto una relazione alla Regione Puglia che si difende spiegando che è soltanto un caso mediatico.

Lecce, 600 giorni per avere una TAC: inviati ispettori del Ministero

Soltanto pochi giorni fa, precisamente il 7 marzo, è balzata sulle prime pagine di tutti i giornali la notizia che due donne di Lecce, per eseguire una TAC di controllo dopo essere state operate di tumore, si sono ritrovate a dover aspettare quasi 600 giorni.

Ebbene, il Ministero della Salute, guidato dal ministro Beatrice Lorenzin, ha disposto l’invio di una task force a Lecce per verificare come mai le due donne, operate per delle neoplasie, devono aspettare fino alla fine di ottobre 2017 per effettuare le loro visite di controllo che, in questi casi, hanno un’importanza enorme ai fini della prevenzione dalle ricadute.

Le parole del Ministero, in una nota stampa rilasciata dopo il clamore mediatico della notizia, sono state durissime: “Quando a chiedere l’esecuzione di una prestazione diagnostica è una persona affetta da malattia oncologica, tale richiesta assume caratteristiche di urgenza e i tempi di attesa devono essere ragionevoli, dunque brevissimi.”

La task force inviata dal Ministero della Salute sarà composta dai carabinieri del Nas, esperti di Agenas e tecnici nominati direttamente da Ministero e Regioni. Questi dovranno acquisire tutti gli elementi dalla signora vittima di quanto riportato dai giornali, Santina Geusa, che ha più volte dichiarato di aver richiesto una TAC di controllo lo scorso febbraio e che l‘Azienda Sanitaria di Legge abbia fissato tale visita per il giorno 20 ottobre 2017.

In attesa dei dati ufficiali della task force ministeriale, una nota del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che dichiara – difendendosi – che la paziente in questione sarebbe tornata in ospedale il 4 marzo e che, dopo aver discusso del suo caso con il direttore dell’unità Radiologica, siano stati presi accordi per fare eseguire la risonanza magnetica alla donna che sarebbe già stata effettuata e precisamente in data 8 marzo, festa della donna.

Secondo il presidente Emiliano, quindi, questa task force sarebbe solo un mezzo mediatico per colpire la Regione Puglia e le sue infrastrutture, sfruttando così la rilevanza che i media hanno dato alla vicenda. Quale che sia la verità, dovremmo aspettare che i tecnici del Ministero della Salute facciano le loro indagini e scoprano la verità su quanto accaduto.

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