Una vita sedentaria, a causa dello scarso movimento, porta con sé una serie di svantaggi e problemi al corpo umano. Alla lista degli “effetti collaterali” di una vita sedentaria si è aggiunta anche la tendinite “da mouse”, ovvero un’infiammazione del tendine del polso localizzata poco sopra la membrana tendinea, causata dal troppo tempo passato al PC. Si tratta di un problema che è stato recentemente portato alla ribalta anche dall’eccessivo uso di smartphone e che ha portato anche alla definizione della Whatsappite.
Solitamente questa tendinite si manifesta con gonfiore e dolore sul lato del polso verso il pollice. Facendo frequente utilizzo del mouse, infatti, si tiene il braccio fermo ma si muove in continuazione il polso, sottoponendo dunque i tendini per molto tempo ad un movimento innaturale che può provocare un’infiammazione, soprattutto se il gomito non è appoggiato.
Secondo i dati raccolti di recente dall’ortopedico Carlo Felice De Biase, responsabile Unità Operativa Semplice Chirurgia Ortopedica e Traumatologica Arto Superiore all’Ospedale San Carlo di Nancy di Roma, i casi di tendinite “da mouse” sono in crescita.
A tal proposito, Carlo Felice De Biase ha dichiarato: “Vediamo sempre più casi da tendinite da mouse. Tre persone su dieci che hanno una tendinite alla mano fanno un uso continuo del mouse”. Fra le categorie professionali più a rischio vi sono quelle dei disegnatori e dei programmatori; a rischio sono però anche le persone che hanno muscoli, e quindi tendini, poco allenati (ecco dunque spiegato perché il 10% dei soggetti colpiti è costituito da donne, avendo esse tendenzialmente polsi più piccoli degli uomini).
L’esperto inoltre fornisce una serie di consigli per prevenire la tendinite “da mouse”: preferire l’utilizzo di un mouse ergonomico, praticare sport capaci di rafforzare i muscoli dell’avambraccio (ad esempio, il tennis), fare dei piccoli esercizi che prevedono la rotazione della mano in senso orario e antiorario…Qualora questi accorgimenti non dovessero bastare è comunque possibile ricorrere ad efficaci trattamenti medici, come il laser, gli ultrasuoni e la ionoforesi, che prevede l’applicazione di due elettrodi, uno positivo e uno negativo, sulla parte danneggiata.