I farmaci oncologici sono sempre più cari, e nell’arco degli ultimi 10 anni, il loro prezzo è lievitato vertiginosamente fino a sforare il tetto del raddoppio: si è infatti passati dai 4.500 dollari al mese del 2005, agli oltre 10.000 mensili di quest’anno. Un rincaro incredibilmente elevato, che ha costretto molti malati di tumore a rinunciare alle cure mediche negli Stati Uniti per mancanza di possibilità economiche. Nel nostro Paese tuttavia gli spaventosi rincari sono finora stati limitati, grazie prevalentemente ai sistemi di rimborso concordati con l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).
E’ proprio grazie a questi accordi infatti, che l’Italia si mantiene ancora nella lista delle nazioni in cui i trattamenti antitumorali costano di meno tra i Paesi d’Europa. A denunciare i folli rincari dei farmaci oncologici è stata l’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) in occasione del 51° congresso dell’American Society of Clinical Oncology (Asco) di Chicago, che durerà fino al prossimo 2 Giugno. Nell’ambito dello stesso congresso è stato inoltre presentato al mondo il farmaco Nivolumab, una molecola ibrida capace di guarire un caso di tumore al polmone su due (contro il 39% di successo dei trattamenti di chemioterapia).
Ecco la richiesta testuale formulata dall’AIOM, per voce del Presidente nazionale Carmine Pinto, al fine di far fronte all’insostenibile crescita dei costi dei farmaci anti tumore, che prevede la formazione di un fondo nazionale per l’oncologia (oggi ancora assente): “Chiediamo di dare vita a questa fonte specifica di risorse da destinare a un settore delicato che richiede particolari attenzioni. Il Tetto della spesa farmaceutica territoriale è stato ridotto e portato all’11,35% del Fondo Sanitario Nazionale, il tetto di quella ospedaliera è al 3,5%”.
“La maggior parte dei farmaci anti-cancro-ha proseguito Pinto–rientra tra quelli ospedalieri, e nel 2014 quest’ultima percentuale è stata superata attestandosi intorno al 4,5%. La copertura economica si sta stringendo in maniera consistente. E’ necessario istituire una sorta di fondo farmaceutico nazionale. Solo così potremo disporre di un maggior numero di risorse per garantire a tutti i pazienti le cure migliori. Serve anche una rivisitazione dei costi dei farmaci sulla base dell’efficacia”.