AIFA: risultati deludenti per il Tocilizumab, presunto farmaco anti-Covid

Lo studio autorizzato da AIFA sulla somministrazione del farmaco anti-artrite nella terapia anti-Covid-19, ha dato risultati deludenti. Nessuna significativa differenza rispetto alle terapie standard.

AIFA: risultati deludenti per il Tocilizumab, presunto farmaco anti-Covid

Sembrava essere il nuovo farmaco miracoloso anti-Covid, il farmaco anti-artrite Tocilizumab, utilizzato dal dottor Paolo Ascierto, oncologo dell’Ospedale Cotugno di Napoli. Invece il comunicato dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo boccia inesorabilmente, o almeno nega la presunta maggiore efficacia terapeutica rispetto ad altri protocolli. Il comunicato stampa AIFA è chiaro: “Lo studio non ha mostrato alcun beneficio nei pazienti trattati, né in termini di aggravamento (ingresso in terapia intensiva) né per quanto riguarda la sopravvivenza”.

L’utilizzo del Tocilizumab venne alla ribalta nei mesi scorsi, quando il dottor Ascierto rese pubblici i risultati ottenuti nella cura dei pazienti affetti dal Coronavirus presso l’ospedale napoletano. Il medico presentò una relazione al congresso dell’ American Association for Cancer Research (AACR) in cui mostrò le TAC prima e dopo il trattamento di un paziente di soli 27 anni, arrivato in ospedale in condizioni disperate e che ebbe un recupero straordinario dopo il trattamento con Tocilizumab.

Si trattava dei primi casi, trattati prima della sperimentazione AIFA, uno studio randomizzato per valutare l’efficacia del Tocilizumab, eseguito dall’Azienda Unità Sanitaria Locale-IRCCS di Reggio Emilia (Principal Investigators i professori Carlo Salvarani e Massimo Costantini) ed è stato condotto con la collaborazione di 24 centri. Il farmaco è stato somministrato in fase precoce, confrontato con la terapia standard nei pazienti affetti da polmonite da Coronavirus di recente insorgenza, che richiedevano assistenza ospedaliera, ma non procedure di terapia intensiva.

L’analisi fatta su 123 pazienti volontari ha evidenziato un aggravamento della malattia pressochè uguale, in quindici giorni, tra il gruppo seguito con il Tocilizumab (28%), e quello con terapia standard (27%). Poca differenza anche nei casi di accesso alla ventilazione forzata (10%vs7%) e di decessi (3,3%vs3,2%).

Al di là dei risultati, i medici si sono dichiarati molto soddisfatti per la realizzazione di una ricerca significativa, senza finanziamenti ad hoc, che ha coinvolto scienziati ed università prestigiose. “È stato ritenuto importante verificare l’efficacia terapeutica della somministrazione precoce di Tocilizumab, anticorpo monoclonale”, scrivono i medici nella relazione, sottolineando il ruolo di AIFA che ha snellito tutti i processi burocratici degli studi clinici.

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