Il ‘pugile del popolo’. Così è conosciuto dagli addetti ai lavori Lenny Bottai, il pugile livornese che non ha mai avuto paura a dichiararsi comunista: lo testimonia un tatuaggio simbolicamente sul cuore, ben in evidenza, con la falce e il martello (anzi, il calibro e il martello, simbolo sovietico), il suo segno distintivo. Il 38enne Bottai, che nel dicembre scorso salì su un ring a Las Vegas con una maglia con su scritto ‘No Jobs Act’ (e dietro ‘Pane, dignità e futuro per tutti’), ha deciso di candidarsi al consiglio regionale della Toscana, nella lista del candidato governatore Tommaso Fattori, in una coalizione con Sel, Prc, Altra Europa, PdCI, Sa e Alba. “Un’alternativa reale alla gestione clientelare del PD e della sua falsa maschera di partito di sinistra“).
In caso di elezione, Lenny Bottai promette di devolvere il 50% del suo stipendio a progetti politici e sociali sul territorio, “tutto rendicontato e trasparente”, ci tiene a precisare Bottai. La campagna elettorale di Bottai è seguita la nascita dell’associazione culturale, la Repubblica dei Villani, un chiaro omaggio alla lotta dei ‘villani’ (gli abitanti della città) del 1496 in difesa di Livorno, che vuole simboleggiare “una volontà cosciente di rinascita partendo dalle radici popolari e cosmopolite della città”. Obiettivo dichiarato: liberare Livorno “dalle lobby che l’hanno resa schiava e abbandonata a se stessa”; sarà proprio questa associazione a gestire i fondi di cui parlavamo poco sopra, in caso di elezione di Bottai.
Lavoro, casa e, ovviamente, sport, sono i fronti su cui Bottai intende concentrare le proprie attenzioni; sul piano politico, la lotta di Bottai è contro il Partito Democratico, “che per anni ha imperversato anche nella nostra città e in Regione con i risultati noti a tutti: precariato, scomparsa di diritti e tutele, pessima gestione dei beni pubblici, clientelismo e regresso economico”.