La Procura di Trento e quella di Brescia hanno istituito una doppia inchiesta sulla morte di Sofia Zago, la bimba di quattro anni uccisa dalla malaria cerebrale. Nell’ospedale erano ricoverate, in stanza diverse, due bimbe del Burkina Faso affette da malaria, appena tornate da un viaggio nel paese d’origine. Su un dato vi è certezza: la malaria non è trasmissibile da uomo a uomo e nessun altro paziente nell’ospedale ha sviluppato alcun sintomo riconducibile alla suddetta.
La malaria è diventata la malattia tropicale più frequentemente importata in Italia e in Europa: nell’aprile del 2016 l’Ufficio regionale europeo dell’Oms ha sentenziato che la malaria autoctona è stata eradicata. Nelle aree tropicali, e sub tropicali, la malaria è la malattia più importante inoculata da un vettore. Nell’ultimo rapporto Oms del dicembre 2015 – World Malaria Report – sono 95 i Paesi con endemia malarica: 214 milioni i casi e 438 mila i decessi.
Tony Iwobi, responsabile federale Dipartimento Sicurezza e Immigrazione della Lega Nord ha posto l’accento sulla questione sicurezza sanitaria: “Il caso della bambina morta di malaria a Brescia, con la famiglia che di recente non è stata all’estero, è un fatto di una gravità assoluta. Oltre alle condoglianze alla famiglia e a una preghiera per la piccola, emerge l’allarme sanitario per il nostro Paese”.
Sottolinea che ovviamente è in attesa che i controlli sanitari siano compiuti per comprendere che cosa è realmente accaduto a Brescia, ma afferma che il Governo deve immediatamente garantire la sicurezza sanitaria per i cittadini italiani e gli stranieri che vivono regolarmente nel nostro Paese.
Tony, che definisce i migranti “falsi profughi“, sentenzia che la Presidenza del Consiglio e i Ministri dell’Interno e della Salute non sono capaci di dare alcuna assicurazione sulla situazione sanitaria, che siamo solo all’inizio di un allarme sanitario, e si chiede se le orde di finti profughi che stanno invadendo l’Italia non stiano anche portando gravissime malattie. Incalza dicendo che sulla pelle della gente, special modo dei bambini, non si può e non si deve scherzare. Si auspica quindi la chiusura ermetica dei confini, espulsioni di massa e controlli sanitari a tappeto e capillari sui richiedenti asilo ancora presenti sul territorio nazionale. “Non c’è un minuto da perdere. Sveglia!“.
Tony è giunto in Italia con un visto da studente nel 1976 dalla Nigeria, è un imprenditore, Matteo Salvini conta molto sul suo operato.