Taglio dei parlamentari: sono state raggiunte le firme necessarie

Il taglio dei parlamentari torna d'attualità sull'agenda politica del Parlamento. Raccolte le firme necessarie per passare al referendum. Ecco tutte le ultime novità.

Taglio dei parlamentari: sono state raggiunte le firme necessarie

Qualche mese fa, era stata proposta la misura del taglio dei parlamentari e, avendo raggiunto il numero minimo di firme necessarie, ora si potrà passare alla fase successiva: il referendum confermativo. La clausola prevede che dovevano essere raggiunte almeno 64 firme, e proprio questa mattina il traguardo è stato raggiunto. La notizia è stata confermata in via ufficiale da un esponente del Partito Democratico, con l’ultima firma necessaria che è stata quella di Francesco Giacobbe, uno dei senatori. 

Inizialmente, si pensava di far entrare in vigore la legge già dal 2020 ma, al momento, a pochi giorni dalla fine del 2019, si è solo riusciti ad ottenere il consenso per avviare il referendum. A favore di questo decreto sono i 5 Stelle, il Partito Democratico, Italia Viva, Leu, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. 

Taglio dei parlamentari: cosa potrebbe cambiare?

Il taglio dei parlamentari prevede una netta riduzione dei membri che compongono le Camere del Senato e dei Deputati. I deputati saranno ridotti da 630 a 400, mentre i senatori da 315 a 200. Essendo a tutti gli effetti una modifica della Costituzione, si potrebbe procedere con un’ulteriore analisi delle modifiche da apportare.

La possibilità di avere un taglio dei parlamentari è stata vista con entusiasmo, al punto da mettere d’accordo molti partiti e politici, tra cui anche Matteo Salvini, ex ministro dell’Interno. La riduzione potrebbe portare un risparmio di circa 100 milioni di euro all’anno dando la possibilità di investirli in qualcosa di decisamente più utile ed importante.

Chi si definisce contrario alla riforma giustifica la presa di posizione con il risparmio che sarebbe una cifra trascurabile e con i cittadini che perderebbero parte del potere, in quanto al momento un senatore o deputato rappresenta 96 mila cittadini e, con il passaggio della riforma, la quota salirebbe a 151 mila. In altri paesi europei, le cifre sono appena superiori ai 100 mila. 

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