Continua il viaggio del Financial Times sui rapporti Spagna-Germania in tempi di crisi.
“Il disappunto spagnolo verso la Germania cresce coi morsi dell’austerità”, di Tobias Buck (Financial Times).
Parte 2 (parte 1 qui)
Gli analisti sottolineano che gli spagnoli sanno fin troppo bene che i pesanti tagli della spesa e i dolorosi aggravi fiscali spinti da Mariano Rajoy sono stati concordati e attuati a Madrid. Ma molti vedono il primo ministro della Spagna più o meno allo stesso modo in cui di solito è raffigurato da Peridis, un vignettista popolare del quotidiano El Pais: una minuscola figura rannicchiata davanti ad una cancelliera tedesca sovradimensionata.
Manolo Perez, che gestisce un negozio di frutta nel centro della capitale, dice: “Penso che la Germania stia facendo peggiorare le cose qui, dato che ci dicono di serrare le viti attraverso tagli di bilancio e austerità.”
La posizione della sig.ra Merkel ha sofferto anche perché lei è messa a confronto con un celebre predecessore, sostiene Charles Powell, direttore del Real Instituto Elcano, un think-tank di Madrid. “Gli spagnoli si aspettano una Angela Merkel più simile ad Helmut Kohl,” dice.
“C’è questo ricordo di Kohl come di colui che ha sacrificato gli interessi tedeschi per il bene degli interessi europei. C’è delusione e forse anche sorpresa per quanto siano stato critici alcuni attori tedeschi nei confronti dei risultati economici della Spagna”.
“I tedeschi hanno perso due guerre ad un costo molto elevato per loro. Ora sono abbastanza intelligenti per vincere questa nuova guerra senza sparare un solo colpo, mentre gli altri paesi sono rimasti feriti”