La consulta si è pronunciata bocciando il cosiddetto “porcellum”, a favore del proporzionale. In poche parole, se l’Italia dovesse andare al voto, verrebbero eletti i rappresentanti in base alle quote di voti espressi dagli elettori.
Così facendo la consulta ha dichiarato incostituzionali il premio di maggioranza senza soglia e le liste bloccate, andando a minare le basi del sistema elettorale ora in uso.
Cosa significa la bocciatura del “premio di maggioranza senza soglia minima”? La consulta ha invalidato il sistema nel quale il premio di maggioranza non ha soglia minima di voti per la sua assegnazione. Con questa modalità, prevista dal porcellum, il premio veniva attribuito alle liste o coalizioni con il maggior numero di voti che non avevano raggiunto 340 seggi alla Camera e il 55% al Senato. Il premio senza soglia, così delegittimato, cade in maniera assoluta, non potendo essere ridiscusso in sede di Consulta. Quindi il sistema elettorale rimane in piedi su fondamenta proporzionali con correttivo d’ingresso: “le liste che non raggiungono il 4% alla Camera e l’8% al Senato, percentuali che salgono rispettivamente a 10% e al 20% per le coalizioni, non entrano in Parlamento “, spiega l’avvocato Carlo Besostri.
Cosa significa lo “stop alle liste bloccate”? La Corte si è inoltre espressa sull’incostituzionalità delle liste bloccate. L’elettore deve poter esprimere la sua preferenza. Tutto il sistema andrà rivisto e riorganizzato.
Le decisioni prese in sede di Consulta mettono sul tavolo la questione di tutti quei rappresentanti scelti nelle scorse elezioni, con premio di maggioranza e non ancora convalidati. Sono circa 150 deputati che potrebbero rimanere senza poltrona perché eletti con sistema illegittimo.
La Corte si pronuncerà nei prossimi giorni, dando motivazione della sentenza. Il Parlamento è costretto ora a legiferare e sanare i punti della legge elettorale vigente. Molto probabilmente verrà proposto di definire l’incostituzionalità della legge a partire da un certo momento, come ad esempio la chiusura della legislatura in capo. Questo permetterà al Parlamento di aggiustare la norma sempre nel rispetto dei principi di costituzionalità.