Sarebbe un gesto di disobbedienza civile, quello di cui è stata protagonista la deputata dei Radicali Rita Bernardini, che da settimane continuava a fotografare le sue piantine di marijuana, postando le immagini su Twitter e su Facebook. “Voglio essere arrestata, come tutti gli altri cittadini“, scriveva la Bernardini.
Lo scopo di questo gesto era quello di attirare l’attenzione sul dibattito per la cannabis terapeutica. Ieri mattina, la polizia ha perquisito la sua abitazione, sequestrando ben 56 piantine di marijuana, ora indagata. Ne dà notizia la stessa Bernardini sui social, che posta anche tutti gli atti della perquisizione. Ma la deputata dei Radicali non è stata arrestata: “Perché non sono finita in prigione? Le persone normali sono arrestate per molto meno. Il vero motivo è che si vuole mettere il silenziatore su un argomento scomodo, come la legalizzazione della cannabis. Così come è stata messa a tacere la relazione della Direzione nazionale Antimafia, che quest’anno si è espressa per la depenalizzazione delle droghe leggere”, ha affermato a Il Fatto Quotidiano.
“In questi giorni mi rimetterò a piantare. Tanto i semi non mancano”, ha annunciato la Bernardini, che non è nuova ad atti di disobbedienza civile. Come nel 2013, quando si mise a consegnare la marijuana ai malati gravi, filmando e mandando il video alla Procura di Foggia; o lo scorso novembre, quando coltivò altre piantine, anch’esse da distribuire ai malati gravi.
La dedica di questo sequestro va a Andrea Trisciuoglio, segretario dell’associazione “Lapiantiamo Cannabis Social Club”, malato di sclerosi multipla. Secondo la Bernardini “servirebbe più coraggio per governare un fenomeno che oggi, invece che essere regolamentato dallo Stato, è gestito dalle mafie“. Piccola curiosità: tra le piante sequestrate si trovava anche un cartonato di Carlo Giovanardi, autore della famosa legge che inaspriva le pene per le droghe leggere: “L’avevo messa come spaventapasseri quando alcune foglie erano mangiate dagli uccellini: ha funzionato molto bene”.