Mai sentito parlare di “Selfie Killer“? Forse no. Se si parla di selfie, ormai popolarissimi e fin troppo diffusi autoscatti, tutti sappiamo di che si tratta, ma cosa si intende con “Selfie Killer”? Si tratta di selfie, quindi foto, scattate in situazione estreme, spesso proprio mentre si mette a rischio la propria vita, ad esempio stando in piedi sul cornicione di un palazzo o sporgendosi su un dirupo in montagna.
Purtroppo, questo genere di selfie estremo sta prendendo piede tra i giovanissimi e non solo, tanto che anche la legge, spesso nota per avere tempistiche ben diverse da quelle dei social, ha deciso di intervenire.
Un disegno di legge che si avvia verso la discussione in Senato punta proprio ad inserire nel codice penale un nuovo reato, ovvero – come si legge nel testo – quello di “istigazione a commettere azioni pericolose mediante strumenti informatici”, che prevederà pene severe: si va dalla reclusione fino a tre anni, oltre a sanzioni decisamente rilevanti sul fronte economico anche per colossi del web del calibro di Facebook. Saranno infatti proprio i gestori delle piattaforme social che pubblicano questi contenuti estremi a dover vigilare e, nel caso di violazioni, a doverne pagare le conseguenze.
Fare una moderazione dei contenuti non è facile, vista la velocità con cui vengono prodotti e condivisi online. C’è poi il non sottovalutabile tema della libertà d’espressione: salvo casi estremi non è detto sia sempre facile individuare foto adatte alla pubblicazione e distinguerle in modo netto da quelle a rischio. Insomma, si tratta di una nuova e non semplice sfida per le piattaforme informatiche e le loro redazioni.
Un altro fronte sul quale sarà fondamentale andare a lavorare è poi quello della formazione, che più che mai fa rima con prevenzione. I ragazzi, così come anche gli adulti non vanno lasciati soli davanti allo smartphone: andrebbero formati ed educati ad un uso più consapevole e sensato delle tecnologie e, in questo, la scuola italiana è molto, troppo, indietro.