Sciopero dei braccianti: la sanatoria Bellanova non convince

Oggi i lavoratori agricoli non raccolgono frutta e verdura. L'attivista Aboubakar Soumahoro: un permesso di soggiorno legato al contratto ci rende vulnerabili. Stop alla Bossi-Fini.

Sciopero dei braccianti: la sanatoria Bellanova non convince

“Non si è abolita la povertà con un decreto e non si abolirà il caporalato con un provvedimento”. Così scrive sulla pagina Facebook Aboubakar Soumahoro, sociologo e bracciante, nato in Costa D’Avorio ma soprattutto attivista e sindacalista USB, promotore dello sciopero dei lavoratori agricoli di oggi. Soumahoro, da anni, si spende per la difesa dei diritti di chi lavora nelle campagne: è stato recentemente protagonista di un ‘accesa discussione televisiva con il leader della Lega Matteo Salvini, che ha invitato a mettersi degli stivali e a scendere nel fango dei campi.

Durante l’assemblea dei lavoratori, tenutasi il 18 Maggio a Foggia, è stato ribadito che il 21 maggio i braccianti sciopereranno per il diritto di vivere liberi, come tutti gli esseri umani nati liberi. Un raduno che aveva suscitato qualche polemica, a causa delle mascherine non indossate da molti braccianti, i quali hanno ricordato che loro abitualmente lavorano senza i DPI che i datori di lavoro non forniscono.

Lo sciopero è stato indetto perché i braccianti si dichiarano delusi dalla regolarizzazione temporanea voluta dalla ministra Teresa Bellanova: “Non raccoglieremo la frutta e la verdura il 21 maggio: sarà sciopero degli invisibili – spiega Soumahoro – non vanno regolarizzate le braccia, ma gli esseri umani…” . Chiede anche il sostegno dei consumatori, invitandoli ad una sorta di “sciopero del carrello“, non acquistando frutta e verdura, per reclamare il diritto ad avere cibo prodotto in modo sostenibile.

Dice di ispirarsi a Giuseppe Di Vittorio, uno dei “padri” del sindacalismo italiano, anche lui bracciante ed originario della Puglia, patria adottiva di Soumahoro. L’ivoriano racconta l’amarezza dello sfruttamento, della fatica di lavorare dodici ore nei campi per una misera paga, e della promessa fatta a tutti i suoi compagni di battersi perché tutto questo finisca. Le critiche alla sanatoria sono focalizzate contro quello che – per i sindacati di base – sembra essere l’unico vero obiettivo del provvedimento: la salvaguardia della filiera orto-frutticola e della GDO, scongiurando la mancanza di manodopera nei campi ed il conseguente deterioramento di frutta e verdura, con l’inevitabile impennata dei prezzi.

Non si è tenuto conto, della drammatica situazione sanitaria delle comunità, dove vivono la maggior parte dei braccianti. “Nessun medico ti chiede il permesso di lavoro prima di curarti. Invece il governo ha fatto l’opposto”, dice Soumahoro e spiega che la regolarizzazione esclude molti settori come l’edilizia, i supermercati, l’artigianato, la ristorazione e la logistica.

Inoltre è riservata a coloro che hanno un permesso di soggiorno scaduto dal 31 Ottobre 2019 escludendo così la gran parte dei migranti, lasciati in balia della famigerata legge Bossi-FIni, ancora in vigore. Un permesso di soggiorno subordinato al contratto di lavoro rende vulnerabili e ricattabili i lavoratori. Il messaggiò è chiaro: chiudere definitivamente con i decreti sicurezza ed estendere il permesso di soggiorno per motivi umanitari.

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