Schlein al corteo M5S: tensioni interne al Pd e dimissioni di D’Amato

La partecipazione sorpresa di Elly Schlein al corteo M5S scatena tensioni all'interno del Pd. Alessio D'Amato annuncia le sue dimissioni dall'Assemblea nazionale.

Schlein al corteo M5S: tensioni interne al Pd e dimissioni di D’Amato

La presenza inattesa di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, al corteo dei 5 Stelle ha scatenato polemiche all’interno del partito, mettendo in luce le divisioni tra l’anima moderata e la sinistra. L’evento ha aperto un solco nel Pd che fino ad ora era rimasto per lo più nascosto. Mentre il partito si prepara per una direzione molto attesa, sono emerse tensioni significative, culminate con le dimissioni dell’ex assessore alla Sanità del Lazio e candidato governatore alle ultime regionali, Alessio D’Amato. Attraverso un tweet, D’Amato ha annunciato la sua decisione di lasciare l’Assemblea nazionale dei dem, dichiarando di non riconoscersi nella linea politica adottata.

Le polemiche si sono innescate a seguito delle controversie parole pronunciate da Beppe Grillo durante il corteo. Grillo ha invitato gli attivisti a formare “brigate di cittadinanza” e ad indossare il “passamontagna” per svolgere attività di miglioramento del territorio. Questa affermazione ha scatenato accuse di istigazione alla lotta armata da parte di giornali e politici, che hanno immediatamente reagito. La presenza di Schlein al corteo ha contribuito ad alimentare ulteriormente la polemica.

In risposta alle azioni di Schlein, la fazione “riformista” del Pd si è scagliata contro di lei, criticando la sua partecipazione al corteo dei 5 Stelle. Anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha commentato l’accaduto su Twitter, sottolineando il rischio che la scelta di Schlein rappresenti per l’esperienza politica dei riformisti all’interno del Pd.

Critiche ad Elly Schlein

Le critiche nei confronti di Schlein non sono rimaste confinate alla sua partecipazione al corteo, ma si sono estese anche ai discorsi di Grillo e Giuseppe Conte, ex primo ministro e leader del Movimento 5 Stelle. Conte, parlando della guerra in Ucraina, ha espresso la sua fermezza nel non voler fare sconti sul negoziato di pace e ha accusato i partiti al governo di essere influenzati dalle indicazioni di Washington e Bruxelles. Questa presa di posizione ha scatenato l’indignazione di alcuni esponenti del Pd, che si sono dissociati da queste affermazioni e hanno ribadito il loro sostegno all’Ucraina.

Nonostante le critiche, ci sono anche esponenti del Pd che hanno sostenuto apertamente Schlein. Brando Benifei, capodelegazione del Pd a Bruxelles, ha difeso la segretaria del partito, affermando che le critiche provenienti da altri partiti politici non sono coerenti con quanto dichiarato in precedenza da tali esponenti. Anche il deputato Arturo Scotto ha respinto le accuse di fallimento mosse dai suoi oppositori politici e ha difeso la libertà di scelta del Pd.Mentre le tensioni interne al Pd si fanno sentire, alcuni esponenti del partito si sono schierati a favore di Schlein, sottolineando l’importanza di portare avanti le battaglie del partito, come il lavoro, la sanità pubblica, la transizione ecologica e il Mezzogiorno.

Continua a leggere su Fidelity News