Degno delle migliori e più avvincenti fiction è il mood del giorno che vedrebbe l’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini pronto per andare in Russia per incontrare i “ministri russi” e negoziare la pace.
Diciamo che la situazione è un po’ quella in cui uno qualsiasi di noi si improvvisasse mediatore a nome dello Stato Italiano e privo di qualsiasi carica istituzionale, decidesse di andare a trattare la pace sul conflitto ucraino con Vladimir Putin. Ovviamente, sarebbe un fatto alquanto bizzarro e infatti, non appena la notizia ha fatto il giro delle maggiori testate del Paese, è arrivata la regolare e prevedibile smentita. Non ci sono certezze riguardo al viaggio di Matteo Salvini che si difende affermando di fare semplicemente ciò che è in suo potere per “arrivare alla pace”.
Le critiche da parte dell’intero mondo politico
Sono stati tanti gli esponenti destra e sinistra a sottolineare che Matteo Salvini, dopo essere stato Ministro dell’Interno ed essersi esibito in una performance in cui chiedeva pieni poteri dalla spiaggia del Papeete Beach (uno dei vari lidi italiani, come quello che appartiere a Flavio Briatore, a fatturare milioni di euro l’anno e a pagare canoni annui irrisori), non rivesta alcun ruolo di governo.
Il segretario del PD parla di iniziativa strampalata e folkloristica e sembra che lo stesso premier Draghi apprendendo la notizia sia rimasto non solo stupito, in quanto non informato dei fatti, ma addirittura infastidito dalle parole del leghista.
Draghi giudicherebbe il gesto di Salvini una scorrettezza istituzionale. Critica anche la compagna di merende Giorgia Meloni, che si dice preoccupata per i segnali che il gesto potrebbe inviare in merito a potenziali crepe nel fronte occidentale.
Salvini parla “a nome degli italiani”? Quando la toppa è peggio del buco
Forse dopo aver preso atto delle inaspettate critiche, Salvini ha corretto il tiro peggiorando la sua già traballante e bizzarra situazione: ha affermato infatti di non voler andare in Russia a nome del governo, bensì per rappresentare il “sentimento della maggioranza degli italiani”.
Sul fatto che il gesto possa essere offensivo nei confronti del premier, invece, Salvini risponde che si tratterebbe di dare supporto a Draghi (scordando forse che in Italia esiste già un Ministro degli Esteri).
Per quando sarebbe programmato il viaggio del mediatore-messia?
Nel momento in cui si cerca di capire per quando sarebbe programmato il viaggio di Salvini, ci si rende conto che si tratta forse di una delle tante pittoresche idee del leghista, che la butta lì senza reale cognizione di causa. Infatti, non solo non c’è una data, ma non si sa nemmeno chi dovrebbe incontrare a Mosca.
Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, infatti, Putin ha ricevuto solamente 3 rappresentanti delle istituzioni estere, ovvero il Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres, il Cancelliere austriaco Nehammer e il Presidente della Bielorussia Lukashenko.
Le amicizie contano?
Sappiamo che in passato la Lega Salvini Premier ha intrattenuto rapporti piuttosto stretti con il governo di Putin e lo stesso Salvini ha espresso ammirazione per il Presidente russo: ciò persino dopo l’invasione della Crimea e le note segnalazioni di violazioni dei diritti umani.
Forse Matteo Salvini ritiene di andare in Russia ed essere accolto come un amico dopo aver indossato la maglietta con il volto di Putin o di aver affermato che quest’ultimo fosse meglio di Sergio Mattarella e di Angela Merkel? Oppure, dopo essersi espresso dicendo Putin ha dato ricchezza e benessere alla Russia? Impossibile saperlo.
Sappiamo di certo che tempo addietro la Lega ha stretto accordi economici con il paese e con il partito putiniano, Russia Unita.
La storica gaffe in Polonia
Ricordiamo tutti cosa è successo quando Matteo Salvini, chiaramente sempre a titolo personale, si è recato in missione di pace in Polonia. Il gesto fu considerato solamente una mera azione di propaganda, infatti, il viaggio venne fortemente criticato da tutti i maggiori esponenti politici italiani.
Si tratta dell’avvincente video in cui Salvini era stato contestato nella città polacca confinante con l’Ucraina, Przemysl e in cui il sindaco Wojciech Bakun gli mostrò una t-shirt con il volto di Putin che, appunto, il leghista indossò diversi anni fa a Mosca. In questa occasione il sindaco polacco si rifiutò di accoglierlo e lo invitò ad andare direttamente al confine e «condannare» pubblicamente sia Putin sia l’invasione militare russa.