Salvini teme i poteri forti: "Se non mi fanno saltare, io vado fino in fondo"

Il vicepremier italiano si dice preoccupato per il rischio dei poteri forti. "Ovunque tu ti muova, vai a toccare interessi economici stratificati da anni"

Salvini teme i poteri forti: "Se non mi fanno saltare, io vado fino in fondo"

Matteo Salvini, per la prima volta, si mostra preoccupato per il futuro del “suo” governo. “Se non mi fanno saltare, io vado fino in fondo“, ha dichiarato ai giornali. Ma chi poterebbe farlo saltare? I soliti poteri forti, quelli delle multinazionali, delle lobby industriali, dei gruppi bancari, del grande capitale e dell’alta finanza.

Il leader della Lega è consapevole che il governo gialloverde sta toccando interessi economici consolidati da anni. Una consapevolezza giustificata anche dai continui attacchi che il capo del Viminale subisce ogni giorno da frange trasversali, dai partiti della sinistra come dalla pletora di artisti e intellettuali, passando per giudici e prelati.

Gruppi manipolati da poteri occulti che sono contro il governo della triade Conte-Salvini-Di Maio. È lui stesso a paventarlo: “Dobbiamo essere compatti. Se a uno squalo gli fai sentire l’odore del sangue, ti si avvicina. Vogliono farci litigare, farci polemizzare, certo l’uscita di qualcuno ogni tanto non aiuta, ma io sono testone, se firmo un impegno vado fino in fondo”.

Salvini non ha paura dei commissari europei o degli ispettori dell’Onu. Salvini teme soprattutto la finanza e i mercati. Teme quella parte del sistema capitalistico che potrebbe farlo saltare, come fece saltare Berlusconi nel 2011. Teme le ritorsioni sul debito pubblico, l’aumento dello spread, i ricatti della Banca Centrale Europea che minaccia di boicottare i finanziamenti all’Italia.

È da quando Salvini è salito al Viminale che la tensione tra Roma e Bruxelles è aumentata. È da allora che le cancellerie europee hanno messo l’Italia nel mirino a causa della sua politica anti-europeista. Ma non sono le cancellerie a levare il sonno a Salvini: sono quei gruppi finanziari rappresentati da una certa politica di sinistra.

Come il ministro austriaco delle Finanze e presidente di turno del consiglio Ue, Hartwig Loger, che ha sparato l’ennesima bordata sull’Italia: “Non vedo cambiamenti da parte italiana. Io penso che ci saranno ancora tensioni con l’Italia”. A dirlo, tanto per non cambiare, è stato un “ministro delle Finanze”. Il vero marchio di fabbrica di questa Europa.

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