Salvini sui migranti: “Di questo passo per rimpatriarli tutti ci vorranno 80 anni”

Intervistato da Radio RTL 102,5, Matteo Salvini ha fatto sapere che con le attuali procedure di rimpatrio ci vorranno 80 anni prima di far tornare indietro tutti i migranti irregolari. L’unica soluzione rimane stipulare nuovi accordi con i paesi di partenza.

Salvini sui migranti: “Di questo passo per rimpatriarli tutti ci vorranno 80 anni”

Il nuovo esecutivo giallo-verde è al potere da circa 3 mesi, ma ad oggi le procedure di rimpatrio non hanno dato i frutti tanto sperati. Nella contabilità tra arrivi e rimpatri, Matteo Salvini ha di fatto certificato quello che a tutti risulta evidente da tempo. “Per ora l’unico accordo che funziona è quello con la Tunisia. Ne rimpatriamo 80 a settimana ma anche se ne espelliamo 100 ci metteremo 80 anni”.

Intervistato da Radio RTL 102,5, il vicepremier ha di fatto utilizzato dei dati fin troppo ottimisti. Secondo le fonti fornite dal Viminale, il trend dei migranti rimandati effettivamente a Tunisi non ha raggiunto nemmeno le 80 persone a settimana.

La futura soluzione al caso migranti

Da qui l’unica soluzione proposta sarebbe quella di raggiungere ulteriori accordi con i paesi di partenza. “Andrò in Tunisia entro settembre, da lì ne sono arrivati più di 4mila e non c’è guerra, carestia, peste e non si capisce perché”. Il punto a cui vuole giungere il leader del carroccio è evidente: quelli con cui si ha a che fare non sono persone che fuggono da condizioni di vita impossibili, ma semplicemente dei migranti economici.

Ad oggi Matteo Salvini non è riuscito a stipulare nessuno nuovo accordo con i paesi di partenza. Di fatto si continua ad operare sulla base di quanto ereditato dai precedenti governi che avevano sottoscritto quattro accordi bilaterali. Arrivare ad espellere i 500.000 migranti irregolari indicati in campagna elettorale diventa così impossibile. Per i prossimi mesi annuncia però una svolta. “Entro autunno stiamo lavorando per fare gli accordi di espulsione e rimpatrio volontario assistito con tutti i Paesi”.

Nella stessa intervista, il vicepremier ha altresì tentato di smussare i toni della polemica innescata con la magistratura, pur rimanendo categorico sulla sua posizione. “Per carità di Dio non ce l’ho con i magistrati, come non ce l’ho con i dentisti o i tassisti. Se un tassista ti frega, non vuole dire che tutti ti fregano. Ma che ci sia qualche magistrato con chiare e evidenti simpatie politiche non svelo il mistero di Fatima”. Da qui ribadisce che lo si potrà criticare su molti fronti, ma le accuse di essere un delinquente o un sequestratore non possono che suscitargli ilarità.

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