Salvini e le contestazioni: è il turno di Segrate

Prima e durante il comizio di Salvini, ancora contestazioni per il leader del Carroccio. Questa volta, a Segrate: è la prima volta che succede in Lombardia

Salvini e le contestazioni: è il turno di Segrate

Oramai sono diventate un’abitudine le contestazioni ai comizi di Salvini, che lo accompagnano praticamente dall’inizio della campagna elettorale. Questa volta, al grido di “Fuori i fascisti da Segrate” e il gettonatissimo “Lega m…a”, è stato il turno di Segrate: anche il nord, quindi, ha gli irriducibili contestatori del Carroccio e di Salvini. La ‘variante’ di oggi è la vernice verde e arancione lanciata contro il segretario, mentre le uova avevano già dei precedenti in altri comizi.

Il breve comizio di Salvini, quindi, è stato ancora una volta disturbato dai manifestanti. A Segrate, una cittadina in provincia di Milano, erano una cinquantina i contestatori, che hanno accompagnato l’incontro pubblico del segretario della Lega Nord con cori e urla. Arrivato per sostenere il candidato alle comunali, appena sceso dall’auto superblindata Salvini hanno avuto inizio le contestazioni: è la prima volta che succede con questa veemenza in territorio lombardo.

Sembrava di essere allo stadio, a quanto dicono i presenti, con una fazione che urlava contro Salvini, e un’altra, composta da un centinaio di ‘tifosi’, che urlavano Matteo! Matteo!, per sostenere il loro leader. E’ in quel momento che è partito il lancio di uova e di vernice, che ha coinvolto anche i sostenitori del Carroccio. Questa è la rivoluzione di quattro disadattati?, ha commentato Matteo Salvini, che poi ha avvertito: “Adesso, però, inizieranno a pagare i danni.

Durante il comizio, Salvini mette il carico da 90, accennando anche alle elezioni del 31 maggio: “Questa è la testimonianza dell’alto concetto di democrazia che ha la sinistra?, dice dal palco di Segrate, per poi continuare: “Il 31 maggio sarà anche un referendum tra la gente normale ed educata e gli imbecilli, di cui, qui fuori, c’è un’ampia rappresentanza sociale. Non arretreremo neanche di un millimetro”. A queste parole, scattano gli applausi dei suoi sostenitori e i fischi dei contestatori, rimasti fuori durante il comizio.

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