Pochi giorna fa, il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, ha affermato che per quanto lo riguarda la campagna elettorale inzierà a gennaio. Ragionevole quindi dedurre, che le elezioni politiche dovrebbero tenersi in qualche domenica di marzo.
Quel che è quasi certo, che portata a casa la Legge di Bilancio 2018, il Governo Gentiloni non avrà più motivo di restare in sella. Se a quanto pare perfino il cammino della legge elettorale sembra de facto ripreso, dopo l’approvazione della finanziaria, liberi tutti e via alle urne.
Tutti i sondaggi pre-elettorali, accreditano l’insieme aritmetico di tutte le forze di centrodestra in testa rispetto a tutti gli altri. Se è vero che la nuova legge elettorale dovrebbe non essere più totalmente proporzionale, ma contenere dei correttivi maggioritari che incoraggino e vadano a premiare le coalizioni, il risultato sembra presto detto: il centrodestra torna ad unirsi e si gioca l’opportunità di tornare al governo del paese.
Tutto il contrario di questo invece: Salvini e Berlusconi ( leader rispettivamente della Lega Nord e di Forza Italia, che come peso elettorali ormai si equivalgono) non sono mai stati così distanti. Nonostante un accordo di massima e di facciata sul fantomatico programma del centrodestra, la questione della leadership ossessiona l’uno quanto ossessiona l’altro. Salvini vuole la premiership, mentre Berlusconi vuole tenerla in quota a sè. Dietro a questi due nomi, seguono due mondi e modi diversi di fare politica. Dal punto di vista mediatico, entrambi sostengono che il partito che prenderà più voti spedirà il proprio candidato a Palazzo Chigi.
Nei fatti però, soprattutto con un sistema maggioritario, il quale va nei fatti a profilarsi, è difficile contarsi. Inoltre, nonostante le dichiarazioni e i comunicati, Berlusconi continua ad applicare la politica dei due forni, per avere all’occorenza mani libere rispetto ad un eventuale alleanza con Matteo Renzi. Salvini invece picchia duro, ciò nonostante anche lui, nel caso si potesse, preferirebbe affidarsi ai duri e puri Cinque Stelle per formare un governo, piuttossto che diventare un’arma nelle mani del Cavaliere.
Il cammino verso le elezioni è ancora lungo e prima di trovare la quadra ci saranno tanti tatticismi e parecchie trattative, ma quel che importa veramente è: come andrà a finire questa querelle e soprattutto, chi la spunterà? Salvini o Berlusconi? Conoscendo il primo da relativamente poco, ma comunque quanto basta per aver capito di che tempra è fatto, e avendo ormai imparato in oltre 23 anni di vita politica che non c’è nessuno più duro a morire di Berlusconi, si prospetta uno scontro tra titani.