Salario minimo a 9 euro l’ora, la proposta del M5S attraverso una circolare segreta di Di Maio

Il salario minimo orario rappresenta uno degli obiettivi del M5S che ha come scopo quello di garantire a chi lavora una paga minima dignitosa. Tramite questa misura il M5S vuole eliminare lo sfruttamento dei lavoratori, soprattutto dei più giovani.

Salario minimo a 9 euro l’ora, la proposta del M5S attraverso una circolare segreta di Di Maio

Il salario minimo orario è il nuovo obiettivo che il Movimento 5 Stelle vorrebbe attuare per cercare di garantire a tutti i lavoratori un più equo riconoscimento dei propri diritti. L’importo del salario minimo, secondo il M5S, dovrebbe essere di 9 euro l’ora.

Pochi giorni fa è stata siglata una circolare da parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, organo controllato dal ministero del Lavoro e quindi dal relativo ministro, Luigi Di Maio. La circolare contiene al suo interno le disposizioni alle quali gli ispettori devono attenersi quando operano per assicurarsi che le aziende che beneficiano di sovvenzioni pubbliche non commettano truffe.

La circolare – firmata dal direttore dell’Ispettorato Leonardo Alastra – assevera che “il personale ispettivo dovrà svolgere un accertamento sul merito del trattamento economico/normativo effettivamente garantito ai lavoratori”. E continua: “Non un accertamento legato ad una formale applicazione del contratto sottoscritto dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale”.

La parte preponderante è quella incentrata sul controllo del salario che viene percepito dal dipendente affinché venga accertato che esso corisponda al livello minimo dal contratto del lavoro che lo stesso ha sottoscritto.

Per il momento, quindi, non esiste ancora una legge sul salario minimo orario, ma il gruppo pentastellato ha fatto un primo passo per cercare di introdurre anche solo il concetto che mira a garantire una maggiore tutela ai dipendenti. Di Maio ha asserito che vorrebbe approvarlo entro agosto.

Nei primi giorni di maggio si è tenuto un incontro tra i sindacati e il governo per discutere di questa tematica. L’obiettivo è quello di garantire ai lavoratori la possibilità di avere un’occupazione senza dovere scontrarsi con problematiche quali il woorking poor. Migliaia di dipendenti si ritrovano a svolgere una professione, ma percepiscono una retribuzione che porta loro a vivere una situazione a rischio povertà.

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