Virginia Raggi è il nuovo sindaco di Roma. La candidata per il Movimento 5 Stelle ha letteralmente annichilito il concorrente del Partito Democratico Roberto Raggi, riuscendo a conquistare il 65% dei voti al ballottaggio: praticamente un risultato molto vicino al plebiscito, nonostante le svariate alleanze allacciate dal PD durante le elezioni per tentare di ribaltare i sondaggi.
Era chiaro sin da subito infatti che Virginia Raggi avesse una marcia in più, ed il vantaggio virtuale della candidata M5S si è subito convertito in un fatto materiale dopo la chiusura delle urne alle 23:00. Già consigliera comunale durante il mandato dell’ex sindaco Marino, la Raggi sarà ora chiamata ad occupare la poltrona più importante del Campidoglio.
Già prima della mezzanotte il risultato dello spoglio era chiaro a tutti, tant’è che i festeggiamenti per le strade di Roma sono potuti partire in tempo record: bandiere, slogan e l’immancabile discorso del neo sindaco hanno sancito il trionfo del Movimento 5 Stelle nella Capitale.
“Questa sera hanno vinto i romani” ha esultato la Raggi in sala stampa, ponendo subito l’accento su un particolare storico non certo irrilevante: “Per la prima volta Roma ha un sindaco donna. In un momento in cui le pari opportunità sono una chimera, è un cambiamento fondamentale“.
Ed in effetti nella sedicente Italia emancipata, della parità dei sessi e delle opportunità, il divario salariale tra donne e uomini che svolgono le medesime mansioni è ancora del 27% (dato ricavato dal 2° Rapporto sulle Retribuzioni in Italia, nda); praticamente un abisso, a livello economico.
Virginia Raggi ha parallelamente teso una mano anche a tutti coloro che si erano schierati contro di lei, affermando che: “Sarò il sindaco di tutti, anche di quelli che non mi hanno votata“. Il nuovo sindaco di Roma ha pertanto aperto pubblicamente al dialogo con gli oppositori, al fine di trovare soluzioni efficaci ai reali problemi della città.
“E’ tempo di lavorare – ha concluso la Raggi – ed io sono pronta a governare“. Le parole d’ordine continueranno dunque ad essere “trasparenza” e “legalità“, la missione quella di riportare Roma alla civiltà, dal centro alla periferia. Ed è stato lo stesso Luigi Di Maio, deputato del Movimento 5 Stelle, a spiegare la chiave del successo:
“Abbiamo vinto perché alcuni parlavano di Olimpiadi e di referendum, mentre noi di trasporto, disoccupazione, pulizia urbana, risanamento e servizi a Roma“. I cittadini della Capitale hanno dunque hanno scelto la cura proposta da M5S, fatta di legalità e guerra ai privilegi, piuttosto che di semplice populismo. Ora non resta che vedere se il trattamento darà quei risultati che Roma stessa aspetta da tanto, troppo tempo.