Renzi: in Italia non serve troika, Ue o Bce. Le riforme le faccio io

Renzi sostiene che sarà il suo governo a decidere le riforme e non la troika, l'ue o la Bce. Il premier assicura che l'Italia uscirà presto dalla crisi, che avrà un grande futuro e che le tasse scenderanno

Renzi: in Italia non serve troika, Ue o Bce. Le riforme le faccio io

Il premier Matteo Renzi ha dichiarato al Financial Times: “Sono d’accordo con Draghi quando dice che l’Italia ha bisogno di fare riforme, ma come le faremo lo deciderò io. Non la troika, non la Bce, non la Commissione europea”. E aggiunge convinto e senza alcun dubbio: “Farò io le riforme, perché l’Italia non ha bisogno di qualcuno che le spieghi cosa deve fare”.

Il premier ha comunque assicurato che l’Italia non andrà fuori dai parametri dell’Unione Europea e che ben presto la crisi sarà soltanto un ricordo. Nella sua intervista ha rilasciato dichiarazioni ben precise, come: “Non ho intenzione di superare il tetto del 3%. Speriamo di aver una crescita migliore nella seconda metà e di chiudere con un deficit al 2,9%. Si tratta di una regola vecchia, ma è una questione di credibilità e reputazione per l’Italia anche se altri lo supereranno”. 

E ancora continua con affermazioni sulla tenuta economica del paesePorteremo l’Italia fuori dalla crisi: l’Italia ha un grande futuro, le finanze italiane sono sotto controllo e continueremo a ridurre le tasse. Ci auguriamo che nella seconda metà dell’anno i dati di crescita siano migliori. E faremo cose rivoluzionarie”. 

Il premier dichiara, inoltre, di non avere dubbi sul fatto che anche lui sarà rottamato, e dice: “I politici devono essere come lo yogurt, a un certo punto devono scadere, non lo puoi fare per sempre. Vale anche per me, per me è già iniziato il conto alla rovescia per essere rottamato”.

Per quanto riguarda il lavoro e l’occupazione il premier risponde a chi gli pone questo spinoso problema:  “Negli ultimi due mesi noi abbiamo fatto in Italia 108 mila posti di lavoro in più, sono 108 mila persone che hanno trovato lavoro e non lo avevano. E’ un primo passo non ancora sufficiente, però la cosa fondamentale è riuscire a cambiare il sistema paese. Anche perché il lavoro non lo crea il presidente del Consiglio o il governo. Il lavoro lo creano le imprese quando sono messe nella condizione di farlo. Quindi quello che può fare un politico è cercare di rimuovere gli ostacoli: un fisco troppo oneroso, una giustizia civile che scoraggia gli investimenti perchè troppo lunga, un sistema di competitività del Paese che vuol dire pubblica amministrazione inefficiente”.  

Continua a leggere su Fidelity News