Renzi e le riforme: “Non ci fermiamo a 100 metri dalla meta”

Il premier Renzi interviene alla Festa dell'Unità a Bologna: "Sull'Italicum abbiamo rischiato l'osso del collo: non fermiamoci a 100 metri dal traguardo"

Renzi e le riforme: “Non ci fermiamo a 100 metri dalla meta”

Contestatemi pure, ma non ci fermiamo a 100 metri dalla meta”, urla un euforico Matteo Renzi a chi lo fischiava durante il suo intervento alla Festa dell’Unità di Bologna, parlando dell’appuntamento di domani, giornata nella quale si terrà il voto finale dell’Italicum, la discussa legge elettorale proposta dalla maggioranza del Pd.

Come se non bastasse, le contestazioni a Renzi vi erano anche fuori, da parte dei collettivi studenteschi, e il premier ha risposto anche a questi, parlando del suo progetto-scuola: “Sulla scuola abbiamo fatto l’investimento più grande: tre miliardi. Vogliamo discutere chi bisogna assumere? Parliamone, ma non consentiremo a nessuno di negare la realtà. Se il ddl la “buona scuola” passa 100mila insegnanti entreranno, se non passa continuerete a fischiare. Possiamo ancora modificarlo in alcuni punti, ma non cederemo a chi urla.

Questione Italicum: Abbiamo rischiato l’osso del collo mettendo la fiducia sulla legge elettorale, dimostrando che per quell’idea eravamo disponibili a farci mandare a casa. Faccio appello ai democratici: non fermiamoci a 100 metri dal traguardo”. L’imperativo di Renzi, dunque è quello di portare a termine le riforme, che è “compito del PD tutto insieme”, strizzando un occhio anche al centrodestra: deve esserci un grande centrodestra, perché batterlo sarà più forte, saremo più contenti quando lo sconfiggeremo. Hanno tempo fino al 2018; noi, nel frattempo, salviamo il Paese.

Infine, sul suo futuro politico, Renzi ha tenuto a precisare che la mia esperienza politica terminerà dopo due giri. Ho promesso la rottamazione, e quindi a casa per primo io”, fino a chiudere con un appello ai dissidenti del Pd: ““In ballo non c’è il futuro di Matteo, Stefano, Francesco: ma chi se ne frega… In ballo è l’idea se questo Paese può essere luogo che nei prossimi trent’anni attira intelligenze ed educazione o no. Vogliamo essere un Paese che vive nel futuro o no?”.

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