Renzi dopo le amministrative: “Stop primarie, devo tornare il Renzi-1”

Matteo Renzi ammette la sconfitta delle amministrative, e afferma: "Le primarie sono in crisi". Frecciatina anche al sindaco di Roma: "Marino? Fossi in lui non starei tranquillo"

Renzi dopo le amministrative: “Stop primarie, devo tornare il Renzi-1”

Decisamente pesante la sconfitta del Partito Democratico alle ultime amministrative, e questo Matteo Renzi lo sa, e torna a fare il ‘rottamatore’, quello che con questa strategia era riuscito a scalare in pochissimo tempo le gerarchie del Pd, fino a diventarne segretario: “Queste elezioni dicono con chiarezza che con il Renzi 2 non si vince. Devo tornare a fare il Renzi 1. Infischiarmene dei D’Attorre e dei Fassina e riprendere in mano il partito.

E punta il dito contro lo strumento di selezione della classe dirigente del Pd, le primarie: “Una cosa è certa: le primarie sono in crisi. Dipendesse da me, la loro stagione sarebbe finita: Casson, Paita, De Luca, Emiliano, Moretti. Io su quelle scelte non ho messo bocca”. La sconfitta che brucia di più, peraltro, è quella maturata nel secondo turno a Venezia“Era scritto che Casson perdesse. A Venezia mi è venuto incontro un signore: ‘Salve, sono l’unico renziano della città…’. Era Brugnaro, il candidato del centrodestra che ci ha battuto”.

Sono passati, dunque, i tempi in cui Renzi elogiava le primarie. Anzi, Renzi sta pensando addirittura ad un ricollocamento del Pd“Questo è un paese moderato, vince chi occupa il centro. Con personalità perché, se invece degli originali corrono le copie, allora non funziona”. E cita l’esempio ligure: La Paita non ha perso perché il candidato di Civati le ha tolto dei voti che probabilmente non sarebbero andati comunque a lei. Ha perso perché nell’ultima settimana il 5% degli elettori di centro si è spostato verso Toti.

E sulle questioni interne, Renzi promette battaglia: Devo tornare a fare il Renzi pure lì. E farlo davvero. Infischiandomene delle reazioni per aprire una discussione dentro il mio partito. Ma adesso basta, si cambia. Anche perché tra un anno si vota nelle grandi città. Torino, Milano, Bologna, Napoli, forse Roma. Sì, perché se fossi in Marino non starei tranquillo. E’ partita la carica.

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