Il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 promette già di essere uno spartiacque fondamentale per il presente – e soprattutto il futuro – della politica italiana. La carne al fuoco è tanta, e soprattutto stavolta le riforme sono pesanti: è dunque naturale e comprensibile che molti si dichiarino tuttora indecisi riguardo all’eventualità di dichiararsi favorevoli o contrari ad una serie di riforme di tale portata.
Gli ultimi sondaggi hanno prevedibilmente confermato questo trend, rendendo noto che a poco più di due settimane dal voto, la percentuale di indecisi sia ancora molto nutrita: IPSOS la stabilisce in un 13% degli italiani aventi diritto al voto, mentre stando a quando illustrato da Demos addirittura un quarto dei votanti non ha ancora deciso che posizione prendere.
Si tratta di numeri elevatissimi che confermano come, ad oggi, non sia ancora possibile ipotizzare delle previsioni valide riguardo all’esito del referendum costituzionale. Ciononostante i campioni analizzati finora hanno offerto proiezioni che solidificano il fronte del “no”: sempre Ipsos ha stimato che ad oggi il 55% degli italiani voterebbe negativamente, mentre solo il 45% degli intervistati sarebbe favorevole al cambiamento.
Analoghi i dati offerti da Nicola Piepoli per La Stampa (54% no, 46% sì) mentre si discostano significativamente da questi numeri le previsioni di Demos che, tenendo conto degli indecisi, azzardano una maggioranza del no del 41% contro il 34% del sì (ai quali andrebbero ad aggiungersi il 25% degli indecisi, come già detto in precedenza).
Sempre Piepoli ha sottolineato che a suo parere: “La maggioranza della popolazione andrà a votare. Non si tratterà del 90%, ma probabilmente si supererà il 50% e potremo arrivare a 30 milioni di voti validi“. Una previsione che rende chiaro un altro dato interessante: molti italiani probabilmente, rimasti nel dubbio, eviteranno di scegliere e delegheranno la decisione su quelle che saranno le sorti del Paese a chi sarà più deciso di loro.
Significativo è anche il dato relativo alla percezione che gli aventi diritto al voto si sono fatti del referendum costituzionale: Demos suggerisce infatti che ben il 57% degli intervistati ha dichiarato di ritenere il referendum un voto “con” o contro” Matteo Renzi, mentre solamente il 26% del campione ha suggerito che si tratti di una serie di manovre riguardanti la riforma della Costituzione, e non la permanenza – o meno – dell’attuale Premier alla guida dell’Italia.