Reddito di cittadinanza: Sallusti, a Otto e mezzo, scopre il bluff di Di Maio

Per Di Maio le carte per il reddito di cittadinanza sono già pronte per essere stampate dalle Poste Italiane. Ma Sallusti smaschera la bugia: al ministero non ne sanno niente.

Reddito di cittadinanza: Sallusti, a Otto e mezzo, scopre il bluff di Di Maio

Una settimana fa Luigi Di Maio aveva rivelato di aver dato mandato alle Poste italiane di stampare le prima sei milioni di tessere elettroniche per il reddito di cittadinanza. Sembrava la concretizzazione di una promessa che in grillini avevano fatto in campagna elettorale a beneficio dei poveri. Invece, sembra essere solo una mossa maldestra fatta per recuperare quei consensi che il M5S perde ogni giorno.

A far scoprire il giochetto, ingenuamente, è stato il sottosegretario all’Economia del M5S, Laura Castelli che, alla domanda di Alessandro Sallusti durante la trasmissione Otto e mezzo, “chi stamperà le tessere?“, ha risposto visibilmente imbarazzata: “Quando pubblicheremo il progetto completo avrete il testo con tutti i dettagli”. Dimostrando così di non sapere nemmeno lei di cosa stesse parlando Di Maio.

Al che, Sallusti si è messo una mano sulla fronte. Già, perché il decreto sul reddito di cittadinanza sarà approvato solo dopo Natale. Cioè dopo il via libera alla legge di bilancio che stanzierà i fondi necessari. Fino ad allora, tutti i soggetti coinvolti, da Poste Italiane alle serigrafie, passando per compagnia bella, non possono disporre del permesso per stampare tessere.

Come ha fatto allora il M5S “a dare mandato” per stampare carte elettroniche senza sapere se il decreto sarà approvato? Eppure sembra che lo abbia fatto, stando alle parole di Di Maio: “Già da due settimane ho dato ordine al mio staff di lavorare con Poste per avviare il sistema del reddito di cittadinanza, e questo include anche la stampa delle tessere. Non c’è nessun giallo”, dice il vicepremier.

Il giallo invece c’è, ed è grande come una casa. Perché se non c’è ancora una legge che istituisce il reddito di cittadinanza, non può esserci nemmeno una gara d’appalto e, quindi, un appaltatore. Come fa allora Poste Italiane a stampare tessere senza partecipare a una regolare gara, come previsto dal regolamento europeo su gare sopra il milione di euro? Il mistero si infittisce. 

Continua a leggere su Fidelity News