Il tema della prostituzione è molto delicato, da anni cerca di fare capolino anche in Italia, ma alla fine viene tralasciato perché ci sono troppe forze in gioco come ad esempio la forte presenza della Chiesa cattolica. E’ considerato da sempre il lavoro più antico del mondo e un fenomeno molto difficile da debellare, soprattutto in tempi di crisi, perché molte donne, spesso sole, arrivano alla difficile decisione di guadagnare qualcosina in più vendendo il proprio corpo. Ci sono donne avanti con l’età che hanno sempre fatto le prostitute per potersi mantenere perché non trovavano un lavoro e adesso rischiano di morire di fame perché non hanno una pensione e un futuro.
Patentino, fattura fiscale, partite IVA e diritto alla pensione, ma soprattutto controlli sanitari e quartieri a luci rosse dove poter esercitare la “professione” in modo che alla fine anche le prostitute abbiano l’obbligo di pagare le tasse. E’ quello che è uscito fuori nella proposta di legge bipartisan presentata dalla senatrice PD Maria Spilabotte e dalla collega di Forza Italia Alessandra Mussolini affinché siano messi a punto i diritti e i doveri di squillo e gigolò.
“Perché no?”, afferma la Spilabotte, “E’ un mercato che può fruttare alle casse dello Stato dai 5 ai 10 miliardi e non sono certamente da buttare via perché ci sono molte cose da fare e questi soldi sarebbero molto utili”, e la Mussolini aggiunge che bisognerà tenere personalmente alla sorveglianza sanitaria e aggiungere un sostegno psicologico alle famiglie. Il cammino del disegno di legge, composto da 7 articoli, è ancora molto lungo e incerto, specie per quanto riguarda i luoghi pubblici dove dovrà essere consentito l’esercizio della prostituzione (in periferia si presume). Tutto questo accompagnato anche dalla proposta di introdurre ore di educazione sessuale a scuola affinché tutti, a partire dall’adolescenza, siano consapevoli del fenomeno.
Intanto loro, le prostitute, sembrano alquanto favorevoli perché in molti paesi d’Europa, come ad esempio la Germania, tutto questo è già realtà e lo Stato paga i controlli sanitari. Ci sono però alcune che preferirebbero voler continuare a fare tutto in nero per paura di ritorsioni di persone che stanno dietro le quinte che le gestiscono o che si prostituiscono a domicilio dove il guadagno può salire notevolmente, ma che certo non possono essere considerate escort di lusso. La regolarizzazione sicuramente più difficile riguarderà le ragazze straniere sfruttate sui marciapiedi, vittime della tratta di aguzzini senza scrupoli.
Speriamo che il nuovo Governo possa raggiungere al più presto una decisione che metta d’accordo tutte le parti, anche quelle più intransigenti e legate all’etica e alla morale cattolica, perché in un modo o nell’altro il fenomeno della prostituzione è molto difficile da cancellare e vale la pena provare.