Piero Fassino difende gli stipendi dei parlamentari: "Non sono stipendi d’oro" ma l’Italia li ha tra i più alti d’Europa

Piero Fassino ha difeso gli stipendi dei deputati italiani dopo essere stato criticato per i "compensi d'oro". Mostrando il suo cedolino, ha svelato che l'indennità netta mensile di un deputato è di 4.718 euro dopo le detrazioni.

Piero Fassino difende gli stipendi dei parlamentari: "Non sono stipendi d’oro" ma l’Italia li ha tra i più alti d’Europa

Nell’aula della Camera dei Deputati, il parlamentare del Partito Democratico, Piero Fassino, ha scatenato un dibattito acceso riguardo alle percezioni dei compensi dei parlamentari italiani. Con in mano il cedolino della sua retribuzione, Fassino ha criticato chi definisce “stipendi d’oro” quelli dei deputati e ha svelato il dettaglio delle entrate mensili dei membri del Parlamento.

L’uscita del deputato ha suscitato clamore, offrendo l’occasione di analizzare da vicino le cifre e fare un confronto con i redditi medi degli italiani. Fassino ha sottolineato che l’indennità lorda di un parlamentare ammonta a 10.435 euro, ma dopo le detrazioni per l’IRPEF, l’assistenza sanitaria, la previdenza dei deputati e altre tasse, il netto scende a 4.718 euro al mese. Pur riconoscendo che questa sia una somma ragguardevole, Fassino ha sottolineato che non è giusto definirla uno “stipendio d’oro considerando le responsabilità e il ruolo istituzionale ricoperto dai parlamentari.

Attualmente, i deputati italiani hanno diritto a un’indennità netta di 5.000 euro al mese, oltre a una diaria di 3.503,11 euro e un rimborso per spese di mandato pari a 3.690 euro. Aggiungendo anche i rimborsi telefonici e per i trasporti, il totale mensile può arrivare a essere considerevole. D’altra parte, i senatori ricevono un’indennità mensile lorda di 11.555 euro, pari a 5.304,89 euro netti al mese, più altre voci di rimborso e diaria.

Questi dati mettono l’Italia tra i Paesi con i compensi dei parlamentari più alti d’Europa. E sebbene Fassino difenda i redditi dei parlamentari, sottolineando che sono lontani dall’essere “stipendi d’oro“, la realtà economica del Paese impone una riflessione sulla coerenza tra i redditi dei rappresentanti politici e quelli dei cittadini comuni.

Infatti, l’ex segretario dei Ds ha espresso il suo dissenso riguardo al bilancio della Camera, astenendosi dal voto, e ha criticato l’ODG di Fratelli d’Italia e del M5s sullo stop ai vitalizi, definendoli “demagogia e populismo“. Questi punti di vista divergenti evidenziano il dibattito aperto attorno alla questione delle retribuzioni dei parlamentari italiani.

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