Pierluigi Bersani, ospite a Piazzapulita su La7, ha parlato dell’incandescente situazione politica di questi giorni, del conflitto sulla nuova legge elettorale e di ius soli. Inizialmente, Bersani ha duramente criticato la nuova legge elettorale, il Rosatellum bis: “Mi aspetto adesso una reazione della coscienza del paese, dei democratici, dei liberali perché si sta espropriando l’elettore della sua sovranità e il Parlamento della possibilità di discutere: non sono noccioline. È una parola grossa definire questa una legge elettorale, è un marchingegno che non funziona. Si crea un solco ulteriore fra cittadini e istituzioni”.
Per Bersani, quindi, il vecchio Mattarellum, con il 75% di seggi eletti nei collegi, che costringeva i candidati ad andare a parlare con gli elettori nei territori, sarebbe stato auspicabile, e spera che ci sia ancora il tempo: se saltasse tutto, secondo lui, in due settimane sarebbe possibile approvare una riforma elettorale proporzionale similare.
Parlando di ius soli, il leader di “Articolo 1 – Mdp” ha affermato che se fosse stato Premier nel 2013, come provvedimento nel primo Consiglio dei Ministri, lo avrebbe approvato. Bersani ha ribadito che quello che sta succedendo è demenziale, non è giusto dire che non è il momento di dare la cittadinanza perché arrivano i barconi, o perché avvengono gli stupri: lo stesso sentenzia che non c’entrano niente queste cose coi bambini che sono nati qui, che hanno genitori regolari.
Ha ribadito che bisogna farsi sentire per recuperare il contatto con la nostra gente, e anche lo ius soli sarebbe stato importante, soprattutto in un contesto in cui l’Italia fa accordi con la Libia sui profughi.
Nel delirio sullo ius soli, Bersani si è lasciato andare ad una frase che ha destato ilarità in molti telespettatori. Nel suo famoso eloquio all’insegna di “questo qui” e “quello lì”, ha affermato “Fossi io quel negretto lì…“, riferendosi al ragazzo di colore di vent’anni iracondo perché non vede sancita la cittadinanza italiana. Difendere lo ius soli definendoli “negri“, termine divenuto dispregiativo, è decisamente grottesco.