Pensioni, Draghi abbandona il tavolo all’incontro con i sindacati: "Ho un impegno"

Scontro tra Cgil, Cisl e Uil e il Premier Mario Draghi al summit sulle pensioni di ieri. I sindacati minacciano uno sciopero se si dovesse tornare alla legge Fornero. Il Presidente del Consiglio ha detto che "non si torna indietro".

Pensioni, Draghi abbandona il tavolo all’incontro con i sindacati: "Ho un impegno"

Ormai è scontro tra i sindacati Cgil, Cisil e Uil e il Premier Mario Draghi. La discussione verte tutto sulla riforma delle pensioni e sul superamento soprattutto di quota 100. L’incontro di ieri a Palazzo Chigi è stato molto teso, con il Presidente del Consiglio che, adirato, poco prima delle 20:00 si è alzato e se ne è andato via, affermando di avere un impegno. Il Premier durante l’incontro ha detto che dal sistema contributivo “non si torna indietro”.

La trattativa è ripresa oggi, ma l’aria è pesante. I sindacati hanno detto chiaramente che se si dovesse tornare alla legge Fornero scenderanno in piazza con milioni di lavoratori, indicendo quindi uno sciopero generale. Dall’altro lato l’Esecutivo ha informato che Ape sociale e opzione donna verranno prorogati, ma soltanto di un anno. Oggi il Governo dovrebbe dare via libera ad un decreto legge che semplificherà la realizzazione del Pnrr. 

Lo scontro

Nella riforma il Governo vorebbe inserire delle agevolazioni per le fasce fragili, come lavoratori delle Pmi in difficoltà e operai di attività giudicate usuranti. Queste categorie dovrebbero beneficiare di un’uscita dal mondo del lavoro agevolata. I sindacati e il Premier però non stanno trovando intesa su un altro punto, ovvero quello che riguarda l’istituzione di un fondo per l’uscita agevolata, fuori dalle quote, dei lavoratori di imprese con meno di 15 dipendenti. 

Come spiega Il Giornale, c’è anche da discutere il rifinanziamento del superbonus al 110: si tratta di quella specifica misura che riguarda case unifamiliari e villette. “Penso a una riforma fiscale e a una seria lotta all’evasione fiscale. Così come a una riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti e sui pensionati. E una vera lotta alla precarietà. Non è possibile assistere passivamente alla crescita di forme di lavoro precario che non fanno altro che aumentare frammentazione e divisione sociale” – queste le parole di Maurizio Landini, segretario nazionale di Cgil.

“Abbiamo chiesto che in legge di Bilancio vengano inserite misure per le giovani generazioni a partire dal contrasto alla precarietà. La crescita non può fondarsi su contratti a termine, di somministrazione, a chiamata. Il futuro del Paese deve fondarsi sul lavoro stabile e di qualità. Inoltre, sempre per i giovani, abbiamo chiesto misure per i salari bassi e interventi previdenziali e fiscali. Il Governo su questo non dà risposte” – così infine ha scritto sempre la Cgil sui suoi profili social. 

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