Pensioni, blocco dell’aumento dell’adeguamento aspettative di vita

Di Maio ha dato mandato ai tecnici di trovare una soluzione per fermare l'aumento dell'adeguamento delle aspettative di vita. Se non si troverà una soluzione già dal 2019, serviranno 5 mesi di contributi in più rispetto a quelli necessari fino ad ora.

Pensioni, blocco dell’aumento dell’adeguamento aspettative di vita

In una nota del ministero è possibile leggere che Luigi Di Maio, esponente grillino, ha dato mandato ai tecnici del governo di trovare una soluzione all’aumento dell’adeguamento delle aspettative di vita. Questo significa che, date le migliori condizioni di vita nelle quali vive la popolazione, la durata della vita media si è allungata; ne consegue che le persone vivono più a lungo e più a lungo percepiscono la pensione.

Questa situazione può divenire insostenibile per le casse dell’Inps che si troverebbe a pagare un assegno pensione ad un numero sempre maggiore di cittadini. Per fare fronte a questa spesa ingente, le riforme precedenti, hanno disposto l’aumento dell’adeguamento delle aspettative di vita. Il prossimo dovrebbe essere già nel 2019 con un aumento di 5 mesi sui contributi necessari per essere collocati a riposo.

Il parere di Tito Boeri

Il presidente Inps, Tito Boeri, non è d’accordo con quanto Di Maio vorrebbe attuare poiché la spesa per sostenere tale blocco sarebbe troppo alta e mancherebbero i fondi per farvi fronte. Il presidente Inps ha asserito che tale spesa graverebbe nelle tasche degli italiani fino al 2046.

Boeri ha asserito che la spesa totale, se il governo attuasse il blocco all’aumento dell’adeguamento delle aspettative di vita, unito a quota 100, sarebbe di circa 140 miliardi solo nei prossimi dieci anni, 7 miliardi solo l’anno prossimo. Mancano el coperture finanziarie per attuare una manovra di tale portata e a scontarla sarebbero soprattutto i giovani che si troverebbero a dovere pagare quanto l’attuale governo in carica vorrebbe attuare.

Inoltre,  Tito Boeri ha asserito che il costo della manovra avrebbe un calo solo ne 2046 proprio perché, ormai, una vasta platea di lavoratori sarebbe uscita dal mondo del lavoro; quest’ultimi avrebbero, però, assegni pensione più bassi proprio in virtù del fatto di avere avuto la possibilità di accedere alla pensione in anticipo rispetto alle leggi attualmente in vigore.

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