Pelù attacca Renzi: “Boyscout di Gelli”

Piero Pelù attacca Renzi in occasione del concertone del Primo Maggio definendolo "non eletto" e "boyscout di Gelli". Il rocker chiede un minuto di silenzio per i disoccupati ed i morti sul lavoro

Pelù attacca Renzi: “Boyscout di Gelli”

Piero Pelù attacca Renzi definendolo “Boyscout di Gelli”. È uno scatenato Pelù quello che è salito ieri sul palco di San Giovanni in occasione del tradizionale concertone del Primo Maggio e che ha voluto toccare un argomento tanto delicato come quello del lavoro, in occasione della Festa dei lavoratori. Il cantante ha, infatti, chiesto un minuto di silenzio per i morti sul lavoro, per i lavoratori di Piombino, dell’Ilva, del Sulcis, di Porto Marghera, per i disoccupati e per Mancini, il poliziotto morto.

Pelù attacca Renzi con dichiarazioni particolarmente pesanti contro il neo premier definendolo il “non eletto” e “boyscout di Gelli”. «Non vogliamo elemosine da 80 euro – ha esordito – Vogliamo lavoro» ha dichiarato Renzi non appena salito sul palco. «Il non eletto, ovvero sia il boy scout di Licio Gelli – ha continuato – deve capire che in Italia c’è un grande nemico, un nemico interno che si chiama disoccupazione, corruzione, voto di scambio, mafia, camorra, ‘ndrangheta. La nostra è una guerra interna, il nemico è dentro di noi, forse siamo noi. Gli unici cannoni che ammetto sono quelli che dovrebbe fumarsi Carlo Giovanardi». Un attacco molto duro e severo nei confronti del neo premier e della sue più recenti riforme.

Pelù attacca Renzi e non solo, perché a finire nel mirino del cantante anche gli F35 che “rubano i soldi a scuole e ospedali” ed il suo storico bersaglio, Silvio Berlusconi «Maledette toghe rosse – ha ironizzato – giù le mani da Silvio, giù le mani da Marcellino. Dell’Utri torna, ti prego torna».

Di certo le sue dichiarazioni avranno un seguito, ma Pelù attacca Renzi consapevole del peso delle sue parole «Pagherò le conseguenze di quello che ho detto ma non me ne frega nulla. Questi ragazzi hanno bisogno di sentire qualcuno che dica certe cose. Ormai i mezzi di distrazione di massa sono compatti sulla propaganda. Ci vuole una voce fuori dal coro. Stasera non ho detto nulla, ero posseduto dal ribelle che è dentro di me e comunque la cartina di tornasole è mia madre: mi ha chiamato e mi ha confermato ‘hai detto tutto bene’».

Nelle prossime ore potrebbe arrivare il commento del premier Matteo Renzi.

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