PD, ecco il tesseratore ‘porta a porta’ contro la crisi degli iscritti

Per combattere la crisi delle iscrizioni, a Bologna il PD ha deciso di attrezzarsi: incontrerà personalmente gli ex tesserati per convincerli a tornare nel partito

PD, ecco il tesseratore ‘porta a porta’ contro la crisi degli iscritti

Avete presente i rappresentanti della Folletto, quelli che hanno fatto penare almeno una generazione di casalinghe? Ebbene, il PD ha deciso di adottare questa particolare contromisura per combattere la crisi degli iscritti al partito: andare fisicamente porta a porta a citofonare ai suoi ex-iscritti, quelli che con Renzi hanno deciso di uscire dal partito, per cercare di fargli cambiare idea. In effetti, nonostante il risultato record delle ultime europee, il PD sta attraversando una vera e propria emorragia di iscritti, che la dirigenza e le sezioni locali stanno tentando di fermare in questo modo. Prendiamo ad esempio Bologna, dove nel solo ultimo anno si sono persi ben il 20% di iscritti; qui, è stata creata una vera e propria task force, composta da 100 volontari di ogni età: “Invece che aspettare la gente nei circoli, andiamo a chiamarle direttamente a casa”, spiega Alberto Aitini, ex coordinatore dei Giovani Democratici di Bologna.

Questa fuoriuscita, oltre che un danno di immagine e di consensi, rappresenta anche una non indifferente perdita economica per la sezione bolognese: ben 60.000 euro in meno che vanno a rimpinguare le casse del partito. Da qui, dunque, l’idea di far partire delle vere e proprie orde di volontari, che pattugliano l’intera città a caccia di ritorni nel PD. “Prima”, racconta Aitini, “chi non rinnovava la tessera del partito non veniva nemmeno ricontattato, nemmeno ci provavamo. Oggi, abbiamo deciso di fissare un appuntamento con gli ex iscritti e di andare a trovarli a casa. I nostri volontari inizieranno da maggio e aiuteranno a recuperare le tessere nei quartieri dove il crollo è stato maggiore. Oggi, il circolo non è più la casa del militante: prima venivano loro, ora dobbiamo essere noi a cercarli”. Il fatto che tutto ciò stia avvenendo in Emilia, roccaforte della sinistra italiana deve far riflettere; e la prima riflessione, ve la poniamo noi: non è che forse si tratta di un gesto di protesta, e non semplice disaffezione, dei militanti nei confronti di un partito in cui non si riconoscono più?

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