Il reato di omicidio stradale è vicinissimo a diventare finalmente realtà: l’approvazione in commissione Giustizia del ddl ha infatti sancito il primo successo nel tortuoso percorso che la normativa di trova a dover affrontare, per poter finalmente nascere quale legge effettiva. Primo check point superato insomma, per uno dei disegni di legger più discussi del momento, che s’appresta ora ad arrivare in aula. Giuseppe Cucca, realtofre del PD, si è detto fiducioso che si possa iniziare a discutere del reato di omicidio stradale già entro i primi di Giugno.
Ma in cosa consiste questo nuovo disegno di legge? Riassumendo i punti salienti, si tratta di un forte inasprimento delle pene, con l’introduzione del reato penale di omicidio stradale, ad oggi non previsto dall’ordinamento giuridico italiano. Se il disegno di legge verrà approvato, si prospettano pene fino a 18 anni di reclusione in caso di omicidio stradale plurimo, con revoca della patente per un periodo fino ai 30 anni. Una sanzione giudicata però eccessiva dagli esponenti di Forza Italia, secondo i quali il ritiro trentennale della patente sarebbe troppo, anche per chi massacra un’intera famiglia da ubriaco a bordo di un’automobile.
Gli esponenti di quasi tutti altri partiti si sono però dimostrati concordi: chi sbaglia deve pagare, e le pene per chi uccide devono essere più severe. Non è più tollerabile che chi si macchia di omicidio in strada possa uscire di prigione dopo un paio d’anni. E’ dello stesso avviso anche Riccardo Nencini, viceministro di Trasporti ed Infrastrutture, che ha accolto il successo del primo step del ddl come: “Una buona notizia, uno straordinario passo avanti […] Un ottimo lavoro, lo dovevamo a tutte quelle famiglie che hanno perso un figlio o un parente. Una prima battaglia vinta anche per loro”. Nonostante la ferma opposizione di Forza Italia.
Ma non è solo il movimento di Silvio Berlusconi a chiedere un alleggerimento dei provvedimenti: anche Area popolare e Gruppo Misto hanno espresso perplessità sulla rigidità delle pene proposte.