Dopo vent’anni New York ha di nuovo un sindaco democratico. Si tratta di Bill de Blasio, il candidato democratico di origini italoamericane, che ha battuto con ampio margine il rivale repubblicano Joe Lotha, staccato di almeno 30 punti percentuali.
Bill de Blasio succede dunque al miliardario Michael Bloomberg, che ha guidato la Grande Mela per dodici anni.
“Siamo molto orgogliosi, il nostro lavoro è appena iniziato”, sono state le prime parole di Bill De Blasio, il cui programma verte principalmente sulla riduzione della forbice che si è andata enormemente allargando negli ultimi anni tra ricchi e poveri, tra Manhattan e il resto della città.
Insomma, più tasse per i ricchi così da trovare fondi per le scuole pubbliche, le università, gli ospedali, aumento del salario minimo e più servizi sociali per le classi più deboli, senza dimenticare un cambio radicale nella politica della polizia newyorkese, che deve rinunciare allo “stop and frisk” (“ferma e perquisisci”), la tattica razzista usata per fermare i sospetti (quasi sempre giovani di colore o di origine ispanica) sostenuta da Bloomberg.
Durante il discorso d’insediamento Bill de Blasio ha anche salutato l’Italia: “Grazie a tutti”, ha detto nella lingua dei nonni materni che emigrarono negli Stati Uniti dal sud Italia. E un saluto particolare va a Sant’Agata dei Goti (Benevento), dove nella nottata – come a Brooklyn – impazzano i festeggiamenti.
Anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha chiamato il neo sindaco di New York per congratularsi, ha fatto sapere la Casa Bianca, precisando che il presidente si è congratulato anche con il neo governatore della Virginia, Terry McAuliffe e con il sindaco di Boston, Martin Walsh, e si è detto pronto a “lavorare con loro nei prossimi mesi” per il benessere della classe media e delle loro comunità.