Nel 2100 metà della popolazione italiana potrebbe essere rappresentata da musulmani

I dati presenti all’interno del “Primo rapporto sull’islamizzazione d’Europa”, redatto dalla Fondazione Farefuturo e presentato ieri in Senato, lasciano intendere che nel 2100 i musulmani potranno rappresentare il 50% della popolazione italiana.

Nel 2100 metà della popolazione italiana potrebbe essere rappresentata da musulmani

Attualmente, in Italia vivono circa 1,58 milioni di musulmani, ma il valore è destinato inesorabilmente ad aumentare. Secondo quanto indicato all’interno del Primo rapporto sull’islamizzazione d’Europa curato dalla Fondazione Farefuturo, nel 2100 è ragionevole ritenere che la comunità islamica rappresenterà la metà della popolazione complessiva del nostro Paese.

I dati illustrati ieri in Senato sono stati curati grazie all’apporto di diversi autori tra cui lo psichiatra Alessandro Meluzzi e il vice presidente vicario del gruppo FdI in Senato, Isabella Rauti. Sulla base di questa indagine, è emerso che il 30,1% degli stranieri residenti in Italia è di religione musulmana, seguiti dai cristiano ortodossi (29,7%) e dai cattolici (18,6%).

In ragione però degli attuali flussi migratori, in futuro c’è da aspettarsi l’aumento della compagine musulmana. Attualmente, le nazionalità più rappresentate sono quella marocchina (440 mila persone), albanese (226 mila) bengalese (141 mila), egiziana (111 mila) e pakistana (106 mila).

Come anticipato, la loro presenza con i prossimi decenni è destinata ad aumentare, e ciò alla luce non solo delle attuali tendenze dei flussi migratori, ma anche per altre due ragioni: in primo luogo, le immigrate musulmane hanno un tasso di fertilità molto più alto delle donne italiane e, in secondo luogo, perché il 78% dei richiedenti asilo e degli immigrati che giungono irregolarmente in Europa si identificano con questa religione.

Sul tema, Giorgia Meloni ha voluto ribadire che “se è necessaria una certa quota di immigrazione, noi non abbiamo mai avuto alcun problema a chiedere di favorire chi ha origini italiane ed europee”. In altre parole, bisognerebbe agevolare il ritorno di coloro che hanno le nostre stesse radici, come lo sono le decine di milioni di connazionali sparsi per il mondo.

Questi ultimi pur avendone diritto, il più delle volte non hanno la cittadinanza italiana. Per il leader di Fratelli d’Italia, medesimo principio dovrebbe valere anche in ambito europeo. L’idea è quella di sostenere l’immigrazione di origine europea, alla quale far poi seguire l’ingresso di persone da Stati che non creano problemi di integrazione o sicurezza.

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